Estorsioni a Bagheria, arrestati Flamia e Raspanti "sodali" in Cosa nostra

Sarebbero nove gli episodi di estorsioni accertate e che vedono coinvolto Giovanni Flamia, dagli inquirenti e investigatori ritenuto il "capo decina " della famiglia mafiosa di Bagheria. Per lui come per Francesco Raspanti 50enne di Bagheria accusato e arrestato per due estorsioni nel 2014 è arrivata un ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere dopo la condona della Corte d'Appello di Palermo.
In particolare Raspanti deve scontare una pena residua di 9 mesi e 4 giorni su una pena principale di 4 anni e 8 mesi di reclusione in ordine al reato di estorsione, aggravata dal metodo mafioso; il secondo, Giovanni Pietro Flamia deve espiare una pena residua di 4 anni e 9 mesi di reclusione su una pena principale di 10 anni e 6 mesi, in ordine ai reati di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. 

Anche Raspanti è un volto noto alle forze dell'Ordine e con diversi precedenti penali. Il 50enne è nipote di Gioacchino Mineo, esponente di spicco della famiglia mafiosa di Bagheria e per via dei suoi legami parentali, negli anni, ha assunto un ruolo di rilievo nella gestione della cosca mafiosa locale.

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