I trucchi di chi ruba in Italia raccontati nel libro di Alberto Pierobon."Cogliere la corruzione e volerla contrastare"


di Ambra Drago
Tutti i trucchi della corruzione raccontati da chi di pubblica amministrazione se ne intende e che attualmente riveste il ruolo di assessore regionale all’Energia e ai servizi di pubblica utilità nonché ai rifiuti, Alberto Pierobon.Il suo libroHo visto cose”- tutti i trucchi per rubare in Italia raccontati da un manager pubblico - edito Ponte alle Grazie è stato presentato alla libreria Feltrinelli di Palermo. A moderare l’incontro il giornalista del Giornale di Sicilia, Giacinto Pipitone e tra i relatori Sergio Lari, procuratore generale della Repubblica a Caltanissetta, oggi in pensione e Renato Cortese, questore di Palermo.
Pagine scorrevoli ma intrise di significato in una Nazione dove la corruzione ha invaso diversi settori dagli appalti pubblici ai rifiuti, insomma il settore della pubblica amministrazione ne è spesso protagonista.


“Dobbiamo contrastare la corruzione l’ho fatto in altre parti, sono stato anche a Napoli e lo dobbiamo fare in Sicilia. Le cose si possono mettere in ordine- continua Pierobon-il problema è se realmente lo vuoi”.

Ma nel libro l’assessore non mezzi termini nell’esprimere giudizi duri sui politici.
“A Napoli ho usato l’ istituto del “soprassedere” qui il sistema è più complicato, è complesso ma bisogna avere la volontà di andare avanti”.

E sul tema della percezione del fenomeno corruttivo da parte della gente e su come lo affronta è intervenuto il questore, Renato Cortese: “Credo che ci sia un cambiamento, la gente non accetta indifferentemente, lo ha dimostrato nei confronti della mafia ma anche su altri temi. ma al tempo stesso questo è un momento importante perchè siamo a un bivio, da un lato la criminalità è in ginocchio ma al tempo stesso è un momento delicato non bisogna abbassare la guardia. Lo abbiamo visto nell’operazione bella dei carabinieri, "Cupola 2.0". In cinque mesi si è arrivati a smantellare la riorganizzazione della commissione provinciale prima avremmo dovuto aspettare l’ausilio dei pentiti. Abbiamo una conoscenza del fenomeno mafioso avanzato - continua Cortese- però bisogna fare un salto di qualità nel capire cosa è l’antimafia, bisogna dare risposte al cittadino non basta catturare i latitanti. Lo Stato deve farsi interprete di questi bisogni perchè in assenza di risposta la gente può ricorrere al mammasantissima di turno e a tutti i livelli bisogna dare risposte ai cittadini. Credo che ci sia una voglia di cambiamento e Palermo ha voglia di vivere una vita normale”.
Nel corso del dibattito non poteva mancare una domanda diretta sul tema dei rifiuti a chi è chiamato a gestirli in ambito regionale.È stato chiesto perché non funziona la raccolta differenziata.

“Le cause sono molteplici- sottolinea Pierobon - vanno discriminate anche dai quartieri.Ricordo nella mia esperienza nel 2000 a Treviso che ebbi difficoltà ma poi lavorando soprattutto con i bambini nelle scuole abbiamo raggiunto i risultati. Erano loro che tornavano a casa e incentivavano i genitori. Ritengo che il cambiamento dev’essere culturale. Spesso non si comprende come il rifiuto non ha una valenza negativa ma positiva, va’ cambiato il rapporto.Certo a Palermo rimangono i problemi di tempistica e di alcuni disservizi ma piano piano ci riusciremo. Occorrerebbe ad esempio l’apertura H24 di strutture che possono custodire e smaltire i rifiuti di chi non può tenerli in casa. Devo essere sincero Palermo è bellissima è ricca di monumenti, molto del nord vorrebbero investire ma poi sono titubanti perché manca il rispetto del territorio e di tutta questa bellezza. Io abito nel centro e la sera quando mi ritiro vedo la zona pulita, l’indomani il disastro. Trovo di tutto da gomme di trattori a materassi. Io qualche telecamera la metterei”.


Un problema potrebbe essere la mancanza di adeguate sanzioni e sul punto si è espresso Sergio Lari: “Dal punto di vista astratto la sanzione costringe i palermitani magari a non fare alcun illecito ma poi magari intimamente non la pensano così. Ma fare rispettare la sanzione nel quartieri degradati rimane sempre un pinto difficile.Sarebbe illusorio pensare che solo regole efficaci abbattono la corruzione. Occorre un sistema sanzionatorio e formativo”.

Tra le riflessioni è stata fatta anche quella legata all’atteggiamento del palermitano che magari ignora che dal riciclo si possono avere dei benefici, ecco che in molte altre regioni e in altre zone d’Europa hanno attivato il “ bancomat dei rifiuto”. Vuol dire faccio la differenziata deposito ad esempio plastica e vetro nel container e ottengo ad esempio un piccolo compenso per non parlare della qualità dei prodotti riciclati salutare anche a livello di impatto ambientale.

“Il problema di attivazione del “bancomat dei rifiuti “ -conclude Pierobon - è burocratico e dipende dal di singolo Comune. Siccome vai a toccare il sistema di smaltimento dei rifiuti del Conai, la questione diventa delicata spesso qualche tecnico esce fuori mille scuse. In realtà il sistema è in voga in altre regioni e sei sicuro fino alla fine che il rifiuti venga smaltito”.

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