Omicidio Manzella, alibi debole e immagini delle videocamere incastrerebbero il 42enne fermato


di Ambra Drago
L'omicidio di Francesco Manzella avvenuto intorno alle ore 23,40 del 17 marzo sulla strada Palermo - Sciacca, freddato con un colpo alla tempia, sarebbe maturato per un debito di 700 euro legato allo spaccio di stupefacenti.
Gli investigatori della sezione omicidi,guidati da Rodolfo Ruperti, hanno subito indirizzato le indagini nel mondo della droga. Sarebbero stati diversi gli elementi che hanno permesso agli investigatori in appena dodici giorni di dare un volto e un nome al presunto assassino, il quarantaduenne Pietro Seggio.

Un primo elemento sarebbe arrivato dalla moglie della vittima( che avrebbe dichiarato l' esistenza di un appuntamento con il fermato Pietro Seggio) per poi passare ad esaminare il "telefonino citofono" ( usato abitualmente dai pusher per i loro scambi). Da qui gli investigatori avrebbero sentito alcune persone che avrebbero ammesso una conoscenza tra la vittima e il fermato.
Questo, interrogato all' indomani dell'omicidio, avrebbe dato un alibi che agli investigatori è subito apparso poco credibile. Il presunto omicida avrebbe detto che intorno alle ore 22 il Manzella gli avrebbe recapitato la cocaina in pizzeria ( Antico Borgo di via Molara di cui è gestore )e che dopo non si sarebbero piú visti. Sembra che la famiglia del pizzaiolo 
l' avesse con il Manzella imputandolo come responsabile della tossicodipendenza del presunto omicida. A questo punto gli investigatori riascoltando Seggio avrebbero riscontrato ulteriori anomalie. 
Seggio avrebbe affermato una permanenza in pizzeria fino alle ore 23,30 con gli impiegati e che si sarebbe trattenuto fino alle 24,30 nell' attesa dell' arrivo di una donna con la quale aveva una relazione extraconiugale, per poi andare via a bordo della sua auto, un Audi nera. Ma anche questa versione è stata riscontrata dagli uomini della Omicidi che hanno controllato il pc del fermato da dove sarebbe emersa una chat fino alle 23 per poi riprenderla alle 24,10 con la donna che ascoltata avrebbe negato l' appuntamento. Anche i pizzaioli avrebbero reso l' alibi del Seggio sempre piú fragile dichiarando di lasciare il locale alle ore 22,47 ciò significava che il presunto omicida aveva un' ora per raggiungere la sua vittima. Ma la fase determinate e la prova schiacciante emergerebbe dall' utilizzo delle videocamere, una sulla pizzeria e un'altra a pochi metri in via Olio di Lino. Gli investigatori avrebbero notato un auto che esce alle ore 23,13 per rientrare nella pizzeria alleore 23,43 ma la videocamera non sarebbe riuscita a inquadrare il tipo di auto. Mentre la telecamera in via Olio di Lino avrebbe inquadrato un passaggio di auto, una Panda di colore bronzo di due minuti anche poi in entrata. Dai successivi interrogatori sarebbe emerso l'uso dell'auto da parte del Seggio. Dalle indagini sarebbe emerso che la vittima, il giorno prima dell' omicidio avrebbe affrontato la moglie di Seggio e il figlio quindicenne per chiedergli il saldo del debito. Da quel momento sarebbero iniziati una serie di messaggi in cui il presunto omicida avrebbe fatto emergere il suo  stress dato   dalla pressione della sua famiglia per il suo uso della droga e che avrebbe compiuto più avanti un gesto eclatante.
L' arma del delitto non è stata ancora trovata e l' uomo non ha confessato chiudendosi in un rigoroso silenzio affermando di voler parlare alla presenza del suo legale. Con ogni probabilità Seggio sarà ascoltato domani.








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