Politica- Fleres: Siciliani verso la Costituente si propone come strumento di tutti i movimenti siciliani

“Siciliani verso la Costituente non intende essere un partito, né un’associazione chiusa, ma un’invenzione civile e politica – è la dichiarazione di Salvo Fleres, coordinatore nazionale di Siciliani verso la Costituente - offerta a tutti coloro che intendono unirsi in un unico ma articolato progetto comune combattere, finalmente, per sé e non essere ascari o servi. Non abbiamo nominato generali, ma elaborato un quadro di regole per dare vita ad una grande forza popolare che costruirà, giorno per giorno, la sua gerarchia, mentre va combattendo per la liberazione della Sicilia da ogni sopruso e per la rivendicazione del suo ruolo centrale in Europa e nel Mediterraneo.
Abbiamo predisposto uno statuto “anarchico” perché vogliamo che le cento, mille sigle che ogni giorno nascono dalla disperazione popolare rimangano ognuna a costruire valori, mentre tutti insieme potremo utilizzare il Movimento “Siciliani verso la costituente” come strumento di lotta per vincere,
per non essere costretti a fuggire, per sfruttare la ricchezza che la natura e la storia ci hanno regalato, mentre traditori e mercanti ci rapinano ogni giorno – ha proseguito Fleres, nel corso dell’Assemblea provinciale di Siracusa di Siciliani verso la Costituente, che ha nominato Giancarlo Confalone coordinatore provinciale e Rosario Scirè presidente dell’Assemblea provinciale.
“L’adesione a Siciliani verso la Costituente non implicherà l’abbandono o lo scioglimento di alcun altro movimento che abbia a cuore la Sicilia – precisa Fleres – Al contrario, saremo contenitore delle idee e delle istanze di tutti. Insieme potremo cogliere l’ultima occasione utile a fondare una Sicilia diversa, libera ed efficiente, costruita sulla base di tre sole semplici parole: responsabilità, perché nessuno farà mai ciò che è nostro dovere fare; risorse, perché dobbiamo bene utilizzare e tutelare quelle di cui disponiamo in tutti i campi; perequazione infrastrutturale, perché vogliamo e ci spetta la stessa rete di infrastrutture delle altre regioni italiane. “

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