Legge anticorruzione e vitalizi: le pesanti accuse del vicepremier Di Maio a Micciché e Musumeci

di Giancarlo Drago
Il tour elettorale in Sicilia dei due vice del premier  Conte,  nonché maggiori azionisti del Governo, ha lasciato qualche segno.
Una commistione fra visita istituzionale e elettorale per Salvini a Corleone,  dove ha inaugurato  una Caserma ma che poi in due giorni si è girato mezza isola, sepolto da selfie e da numerose contestazioni, e  un appuntamento  esclusivamente elettorale per Di Maio che puntava direttamente alle elezioni comunali di domenica a Caltanissetta.

 Quasi contemporaneamente fra autostrade, strade e trazzere girava anche il ministro Toninelli, ma oramai nessuno gli presta attenzione, neppure le cronache locali.
Alla posizione furbescamente equilibrista di un Salvini che non ha ancora definito il suo dopo europee, ha fatto invece da contraltare un Di Maio insolitamente diretto e aggressivo, che non ha risparmiato nulla all’attuale classe politica siciliana.
«Legge anticorruzione, taglio dei vitalizi: mi viene tanta rabbia a sapere che in Sicilia non vengono recepiti. E allora quando dicevano non lo votate Musumeci perché sarà una brava persona ma è quello che c'è dietro, a partire da Miccichè. E allora vi chiedo, a Caltanissetta non facciamo lo stesso errore. Quando  si arriva a non approvare una legge sulla corruzione o a non recepire il taglio  dei vitalizi penso che questi non sono di centrodestra, questi pensano solo ai cazzi loro».
Particolarmente sprezzante Di Maio con il presidente dell’ Ars Gianfranco Micciché: «C'è un unico regista dietro questo centrodestra in Sicilia.  Micciché che dice che se tagliamo i vitalizi poi non ha i soldi per vivere. Io voglio dirgli  una cosa, che se va alle poste può  domandare il reddito di cittadinanza. Ma non deve far perdere alla regione 70 milioni di euro». Senza contare poi  che alla Regione Siciliana mezza giunta è indagata,  con banditi politici che hanno massacrato la regione».
A questo punto i siciliani non vorrebbero sentire le vibrate proteste e le controaccuse a Di Maio dei ras politici locali.
E’ tempo di risposte concrete, se sono capaci di darne. 


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