Tempi duri per parcheggiatore che viola il Daspo,notte in casa e si dovrà cercare un lavoro:primo caso in città

di Ambra Drago
E' il primo caso registrato a Palermo e tra i primi sul territorio nazionale in cui il Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione, accogliendo la proposta avanzata dal Questore Renato Cortese, applica la misura della Sorveglianza Speciale della Pubblica Sicurezza nei confronti di un posteggiatore abusivo. Il destinatario della misura è un 48enne palermitano già destinatario di Daspo Urbano (Divieto di Accesso a Specifiche Aree Urbane) che, proseguendo nell’attività illecita, aveva con la propria condotta ripetutamente violato la diffida impostagli dal Questore.

Con questo provvedimento emesso dal giudice G.S. non solo sarà sottoposto alla Sorveglianza per un anno ma gli è stato prescritto il divieto di allontanarsi dalla dimora senza preavviso dell’Autorità di P.S., di non associarsi con persone che hanno subito condanne e che sono sottoposte a misure di prevenzione o di sicurezza, di rincasare presso la propria dimora dalle ore 20,30 e permanervi sino alle ore 7,00 del mattino, di darsi alla ricerca di un lavoro entro 30 giorni dalla comunicazione della misura.
Inoltre è stato imposto il Divieto di Accedere agli esercizi pubblici e ai locali di pubblico intrattenimento nelle ore serali e notturne, nonché il Divieto di Esercitare, senza autorizzazione, l’attività di posteggiatore e guardia macchine in aree pubbliche o aperte al pubblico.

G.S. è stato  individuato quale appartenente alla categorie di persone dedite alla commissione di reati che offendono o mettono in pericolo la sicurezza o la pubblica tranquillità. Ribadendo il giudizio di pericolosità sociale che il Questore proponente aveva espresso nei confronti del noto posteggiatore abusivo di zone centrali della città di Palermo, infatti, nel Decreto del Giudice si sottolinea che “viola la pubblica tranquillità (ed il senso di sicurezza del cittadino) la condotta (peraltro penalmente sanzionata) di chi sistematicamente usurpi prerogative dello Stato (ad esempio nella regolamentazione della sosta sulla pubblica via), condizionando la condotta degli utenti (destinatari (…) di una serie abituale di pressioni o (…) di una specifica violenza, tali da ingenerare un fondato timore di un danno e, funzionali a costringere la parte offesa a fare, tollerare, omettere qualcosa) con forme di molesto, minaccioso e violento controllo di aree caratterizzate da flussi veicolari intensi.”

"Lo Stato- sottolineano dalla questura- per il tramite delle sue Istituzioni, si riappropria, con tutti gli strumenti legislativi disponibili, di porzioni del territorio urbano che la concentrazione di attività abusivamente esercitate attraverso varie “forme di condizionamento”, esplicitate anche mediante la costante presenza sui luoghi “presidiati”, vorrebbe invece assoggettate alle regole dell’illegalità.

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