A eseguire il provvedimento la Dia di Trapani che fin dal 2013 effettuò degli accertamenti patrimoniali nei confronti di Amodeo per verificare l'origine del suo patrimonio.
In sede cautelare nel 2016 il tribunale dispose la confisca di beni per due milioni di euro. Dopo il ricorso della Procura di Palermo, la Corte d'Appello ha riformato il provvedimento di primo grado, ritenendo che la quasi totalità dell'ingente patrimonio accumulato da Amodeo fosse frutto del periodo in cui aveva avuto rapporti con la mafia.
La figura di Amodeo è stata oggetto di attenzioni più volte da parte della magistratura. In particolare negli anni novanta Amodeo era rimasto coinvolto in un'indagine che portò alla luce gli intrecci tra mafia ed imprenditoria a Trapani e arrestato insieme ad altri imprenditori. Il 3 luglio 1998 gli venne contestato il reato di concorso in associazione mafiosa, in quanto ritenuto vicino ai mandamenti di Trapani e Alcamo governati da Vincenzo Virga e Antonino Melodia, attualmente detenuti all'ergastolo.
L'imprenditore patteggiò una pena a un anno e 4 mesi per favoreggiamento reale e personale continuato, con l'aggravante mafiosa. Di recente è stato definitivamente condannato per truffa ai danni dello Stato e della Comunità europea, oggi è invece arrivato il provvedimento definito di confisca per i beni in possesso di lui e dei suoi familiari.
L'imprenditore patteggiò una pena a un anno e 4 mesi per favoreggiamento reale e personale continuato, con l'aggravante mafiosa. Di recente è stato definitivamente condannato per truffa ai danni dello Stato e della Comunità europea, oggi è invece arrivato il provvedimento definito di confisca per i beni in possesso di lui e dei suoi familiari.
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