Per il delitto di via Dante dopo sette anni il Dna inchioderebbe un metronotte

Dopo sette anni esatti (il delitto fu commesso il 30 aprile 2012) c’è una svolta decisiva nelle indagini sull’uccisione della venditrice di parrucche, in via Dante, a Palermo.I sospetti si sono concentrati su una guardia giurata che quella mattina fu visto davanti la bottega della donna, come raccontato da alcuni commercianti della zona. Adesso l’uomo è iscritto sul registro degli indagati per l’omicidio di Antonietta “Ninni” Giarrusso, massacrata a colpi di forbice, un atto che ha permesso il prelievo del suo Dna per confrontarlo con alcune macchie di sangue trovate durante il sopralluogo della Scientifica. Erano state lasciate sulla tenda verde che divideva la zona della vendita da quella in cui le clienti provavano le parrucche. 


Quel Dna da sette anni era conservato negli archivi della polizia scientifica e in queste ultime settimane, gli uomini della squadra mobile coordinata dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal sostituto procuratore Renza Cescon hanno approfondito gli accertamenti con commercianti, conoscenti e clienti. Alcuni di loro sono stati sottoposti al test del Dna.
Durante le indagini il metronotte non ha mai rivelato alla polizia e alla procura di essere stato quella mattina nel negozio della donna né il motivo, anche se non sarebbe stata la prima volta che si recava dalla Giarrusso.

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