“Notti di BCsicilia”, Trabia: visita guidata alle Chiese del paese

Nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia” si terrà sabato 17 agosto 2019 alle ore 21,00 la visita guidata alle Chiese di Trabia. L’appuntamento è nella Chiesa Maria SS. delle Grazie, in Corso La Masa a Trabia. La manifestazione è promossa da BCsicilia, per la salvaguardia e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, insieme alComune di Trabia, la Parrocchia S. Petronilla, la Pro Loco, in collaborazione con le Confraternite locali e il patrocinio della Regione Siciliana.
Per informazioni: Tel. 389.5883398 - 346.8241076 - Email: segreteria@bcsicilia.it - Facebook: BCsicilia - Twitter: BCsicilia. Dopo la presentazione di P. Marco Lupo, Parroco della Chiesa di S. Petronilla, di Leonardo Ortolano, Sindaco di Trabia, di Lorenza Abbruscato, Presidente della Pro Loco Trabia S. Nicola, e di Alfonso Lo Cascio, Presidente regionale di BCsicilia, è prevista la visita alle chiese di Trabia. Si inizia dalla chiesa della Madonna SS. delle Grazie costruita nella prima metà del XVII sec. come pietra di confine tra la città di Termini Imerese e il feudo di Trabia. All’interno si può ammirare un crocifisso e una pala d’altare della scuola del celebre pittore Pietro Novelli, che raffigura i due celesti protettori della città di Termini, S. Calogero e il Beato Agostino, inoltre un dipinto di autore ignoto, rinvenuta in una antichissima cappella, che rappresenta l’immagine della Vergine Maria trasportata al cielo da alcuni angeli. Si prosegue con la visita alla chiesa madre di Trabia dedicata a Santa Petronilla voluta da Giuseppe Lanza, Principe di Trabia. I lavori iniziarono nel 1790 e terminarono nel 1802. Solo nel 1870 furono abbattute le mura e costruite le due navate laterali. Nel 1885 per opera del mons. Di Matteo fu aggiunto il grande altare in marmo bianco del coro, le cinque cappelle laterali invece risalgono al 1887. All’interno diverse opere d’arte di vari periodi, sia sculture che dipinti impreziosiscono l’edificio sacro. Viene custodita anche una Croce in bronzo rinvenuta nel 1830, Ettore Gabrici, all’epoca del ritrovamento Direttore del Museo di Palermo, descrisse la croce come “un pregevole prodotto dell’industria siciliana con caratteri spiccati di arte quattrocentesca”. Nella strada di fronte alla Matrice si trova la Cappella del Calvario edificata nel XIX secolo per volere della famiglia Lanza. Essa è posta sulla sommità di una roccia arenaria e nonostante il cambiamento del paese ancora oggi si possono scorgere dei resti di questa roccia attorno alla cappella, chiamati “vausa”. Alle spalle della cappella si trova una grande croce di ferro con tre luci alle estremità per simboleggiare la trinità. La cappella viene utilizzata tutt’oggi dai fedeli. Durante il mese di maggio si recita il santo rosario, per la settimana del sacramento viene allestito come da tradizione “l’altarinu”, infine per la settimana santa è proprio in prossimità del calvario che avviene l'incontro del simulacro di Gesù Cristo e della Vergine Addolorata. Si percorre poi il corso principale dove sorge la Chiesa del SS. Sacramento, commissionata durante la prima metà del Settecento da don Ignazio Lanza, Deputato del Regno e Capitano di Giustizia nonché Pretore di Palermo, a seguito di un incremento demografico della popolazione trabiese. L’edificio religioso, secondo lo schema delle altre chiese trabiesi, si presenta con una facciata semplice allineando il portone, l’edicola, e il rosone, una semplicità che si riflette anche all’interno ad eccezione dello sfarzoso tabernacolo. La chiesa successivamente fu dedicata al S.S. Crocifisso patrono della Città. La visita si conclude con la chiesa di Sant’Oliva, la prima costruita all’interno del borgo per volere della famiglia Lanza. Essa è caratterizzata da una struttura ad aula, con un interessante altare proveniente dalla chiesa del castello. Conservate due splendide opere: la prima è il martirio di Santo Stefano che sembrerebbe stilisticamente legata alla scuola di Pietro Novelli, la seconda è una Madonna con Bambino realizzata secondo stilemi fiamminghi o derivanti dalla cultura Antonellesca.

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