Mafia,sequestro beni da 1,5 milioni al boss Luigi Salerno: sigilli a una focacceria e una tabaccheria

di Ambra Drago
Sequestro da 1,5 milioni di euro tra beni immobili e attività commerciali nei confronti di Luigi Salerno ritenuto esponente della famiglia mafiosa di Palermo-Centro.
In particolare il provvedimento eseguito dagli uomini del Gico e disposto dal Tribunale di Palermo, ha riguardato una tabaccheria situata nel quartiere Zen e una focacceria in via Maqueda) e di 5 immobili nei quartieri di Brancaccio e del Capo, formalmente intestati a prestanome.
Il nome di Salerno sarebbe già noto alle forze dell'ordine. E' stato già condannato a sei anni dalla Corte di Appello di Palermo per associazione di tipo mafioso - divenuta irrevocabile del 14.12.1999 – e successivamente nuovamente condannato con sentenza sempre della Corte d’Appello di Palermo - divenuta irrevocabile il 23.04.2007 - per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e di estorsione con l’aggravante di cui all’art. 7 del D.L. nr. 152/1991, alla pena di anni 9 di reclusione. 


Inoltre sarebbero stati diversi i collaboratori di giustizia che hanno reso dichiarazioni sul conto di Salerno tra i quali Salvatore Cucuzza che nel ’96 lo avrebbe indicato come “reggente” della famiglia mafiosa di Palermo Centro.

Anche un altro collaboratore di giustizia, Marcello Fava, nel 2000 dichiarava che Salermo sarebbe stato un "uomo d’onore” della famiglia di Palermo Centro.

Il settantatreenne è già stato in passato destinatario di un procedimento di prevenzione, culminato nel gennaio 2015 con l’emissione, da parte del Tribunale di Palermo, di un decreto di sequestro di disponibilità finanziarie e patrimoniali per un valore stimato di oltre 10 milioni di euro.
Nel maggio 2018 le Fiamme Gialle lo hanno arrestato con un suo sodale per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti dei titolari di una storica attività commerciale palermitana operante nel settore dell’abbigliamento, con canali di vendita all’ingrosso ed al dettaglio.

Nello stesso anno, gli uomini delle Fiamme Gialle hanno continuato  accertamenti che hanno permesso di scovare altri beni riconducibili sempre a Salerno e che hanno fatto scattare l'ennesimo provvedimento pre-cautelare.

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