Giustizia, Presidente Corte d’Appello: “Fiducia nella magistratura diminuita. E Cosa nostra è ancora forte”

di Ambra Drago
In un aula magna di Corte d’appello gremita di istituzioni, rappresentanti delle Forze dell’Ordine, avvocati e giornalisti il presidente  Matteo Frasca in un passaggio della sua relazione ha messo in evidenza come sia nettamente diminuita la fiducia dei cittadini nella magistratura.“E’ innegabile l’incidenza negativa cagionata dalle vicende dello scorso anno sulla fiducia nella magistratura che é fortemente diminuita, toccando livelli bassi mai raggiunti in precedenza e che è invece indispensabile recuperare per l’esercizio efficace della giurisdizione”.E non è mancato il riferimento ai reati che incidono sulla vita della comunità ma che vedono principalmente nell'associazione a delinquere di stampo mafioso una presenza ancora molto forte, nonostante i risultati conseguiti dalle diverse operazioni delle Forze di Polizia.
“Cosa nostra afferma il presidente Matteo Frasca-  continua ad esercitare il suo diffuso, penetrante e violento controllo sulle attività economiche, imprenditoriali e sociali del territorio; se negli anni precedenti il dato statistico aveva mostrato qualche cenno di diminuzione va sottolineato che nell’anno in corso le denunce sono state ben 151 a fronte delle 65 e 69 dei due anni immediatamente precedenti. A livello distrettuale quindi si registra un aumento di ben il 132%”.
Nella puntuale e dettagliata relazione il presidente Frasca riporta i risultati delle indagini condotte dalla Dda di Palermo. 
“Si deve affermare che la morte di Riina ha contribuito ad accelerare i processi non conflittuali di riorganizzazione dei vertici dell’organizzazione – spiega – che probabilmente, anche se con tempi più dilatati, si sarebbero in ogni caso verificati, perché conformi alle esigenze strategiche della stessa”. Frasca parla di uno “stato di attesa della morte di Riina, quasi di impazienza, diffusa in una certa frangia di cosa nostra che voleva riorganizzarsi” e fa riferimento all’indagine della Procura che ha svelato il piano di ricostituire la commissione provinciale.
“Viene confermata l’elevata resilienza delle strutture organizzative della mafia palermitana, che, secondo criteri di comune buon senso, a fronte della costante ed efficace pressione esercitata dalla magistratura e dalla polizia giudiziaria, apparirebbe improbabile, ma che è, invece, una realtà più volte verificata. Sarebbe, pertanto, un errore gravissimo sottovalutare il potenziale criminale dell’organizzazione”. 
Secondo il presidente della corte, nell’anno in corso la “pressione giudiziaria sui clan ha raggiunto la massima intensità: “L’efficacia del contrasto sarebbe notevolmente incrementata – conclude Frasca riportando i dati della Procura di Palermo- se i tempi di decisione del gip non fossero, per motivi eterogenei ma soprattutto per carenza di magistrati e di personale amministrativo eccessivamente dilatati”.
E per quanto riguarda il tema delle estorsioni il presidente Frasca mette in evidenza come siano poche le vittime delle estorsioni che denunciano. Purtroppo, nonostante la meritoria attività di alcune associazioni antiracket, affidabili e realmente attive sul territorio,rimane esiguo il numero delle vittime che, di loro iniziativa, denunciano gli autori delle estorsioni; sono più numerose quelle che, sentite al termine delle indagini, confermano il quadro probatorio già di per sé completo. Ma non è certamente irrisorio, ancora oggi, il numero di quelle che, anche di fronte all’evidenza, negano i fatti, sebbene consapevoli delle conseguenze giudiziarie che seguiranno a loro carico”. 
Ma non solo estorsioni Cosa nostra ha diversificato da tempo i suoi affari e il presidente Frasca ne coglie i principali centri di interessi come può essere il monopolio nel business illegale delle slot machine e delle scommesse on line.
"I clan, da un lato assicurano a soggetti esterni all’associazione criminale, dietro compenso, il monopolio o il quasi monopolio del settore sul territorio, dall’altro investono per aprire o acquisire agenzie. E rimane anche il rischio elevato di infiltrazioni mafiose in tutti i livelli, meramente amministrativi e politici, dei Comuni e degli enti di piccole e medie dimensioni”.

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