Legalità e memoria, la giornata speciale di un gruppo di ragazzi disabili alla Caserma Lungaro

di Ambra Drago
L'emozione e l'adrenalina di fare un giro su una volante della polizia, la curiosità per la piccola auto che garantisce la sicurezza nel percorso arabo-normanno e il fascino di toccare con mano il gap ( il giubbotto antiproiettile) in dotazione agli uomini e alle donne dello Ufficio Scorte. Questa è in sintesi la giornata speciale di un gruppo di studenti della "Yellow School" il neo istituto scolastico di via Patania a Palermo che offre una formazione ricca di laboratori a giovani affetti da disabilità.
"L'obiettivo della nostra scuola-racconta Luca De Paoli- direttore e fondatore di "Yellow School" è trasferire un principio di autonomia a questi ragazzi e soprattutto provare a formarli per un tentativo di reinserimento lavorativo. Con i nostri laboratori cerchiamo di aiutarli a sfidare se stessi e a mettessi in gioco. Abbiamo dal laboratorio di teatro, alla scrittura creativa oppure a quello di giornalismo. Anche con i genitori abbiamo un bellissimo rapporto, li incontriamo due volte al mese e organizziamo attività insieme ai loro figli per creare dei veri tessuti sociali e solidi a cui noi aspiriamo più di ogni altra cosa".
E l'apertura delle porte della "casa del poliziotto" agli studenti fa parte di un percorso di promozione della legalità che vede in prima linea la Questura di Palermo, guidata da Renato Cortese .


"Siamo sempre al servizio del cittadino e vicini alla gente- sottolinea Agostino Aiello-sovrintendente capo della Polizia di Stato e istruttore dei Servizio di Scorta e di Sicurezza della Questura di Palermo-soprattutto ai giovani. E' normale che sono molto incuriositi, un po' alle nostre spalle abbiamo una nostra storia purtroppo segnata con la perdita di gloriosi colleghi che hanno perso la vita, però nella memoria noi raccontiamo la nostra quotidianità. Non dobbiamo dimenticare che siamo umani, abbiamo delle famiglie, dei figli e quindi ci teniamo al contatto con tutti ".
E il gruppo di ragazzi e ragazze hanno inondato di domande i loro interlocutori soprattutto dopo aver visto la teca che racchiude la Quarto Savona 15 l'auto distrutta dall'attentato di Capaci dove persero la vita il capo scorta del giudice Falcone, Antonio Montinaro e i colleghi Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Tanta attenzione durante il racconto di Tina Montinaro, vedova di Antonio, da anni impegnata insieme alla polizia e poi attraverso l'associazione "Quarto Savona 15" di cui è presidente, in un percorso di memoria viva e costruttiva che la porta costantemente a girare tutta l'Italia.
"Ho visto dei ragazzi preparati e interessanti-sottolinea Tina Montinaro-ci hanno stupiti. Siamo veramente contenti quando incontriamo le scuole. Cerchiamo tutti i giorni di ospitarle, coinvolgendo i giovani, parlando di memoria. E' bene che essendo loro il nostro presente e anche il nostro futuro devono sapere cosa è successo nella loro città e lottare affinché questi fatti non accadano mai più".
E già la curiosità ha fatto da padrone tra le domande ricorrenti c'è stata quella legata al sentimento della paura, soprattutto per i poliziotti dello Ufficio Scorte che prontamente hanno risposto come questa sensazione sia umana ma loro amano questo lavoro e sono addestrati e preparati per svolgerlo nel migliore dei modi sempre per garantire la sicurezza non solo di chi proteggono ma al tempo stesso di tutti i cittadini. Dopo un lungo applauso, la felicità e l'entusiasmo visibile nei loro occhi, gli studenti hanno lasciato la Caserma pronti a ricominciare con grinta la loro attività didattica.

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