COVID19: Istituti penitenziari. Bartolozzi (FI) 

COVID19: Istituti penitenziari. Bartolozzi (FI) Bonafede informi il Parlamento prima di adottare misure inadeguate e pericolose per l’ordine pubblico. “L’accorato appello di Papa Francesco, che sia trovata una soluzione giusta e creativa al problema del sovraffollamento delle carceri, reso particolarmente preoccupante dalla pandemia, non può e non deve passare inosservato. Ma prima di individuare ed approntare misure, una Politica responsabile avrebbe dovuto spezzare la cortina di silenzi e disinformazione che continua ad essere mantenuta a livello ministeriale” così in nota Giusi Bartolozzi segretario della commissione giustizia della camera dei deputati.
“La relazione del capo del DAP, annunciata come doverosamente dettagliata dal mInistro durante l’intervento in Aula dell’11 marzo 2020 e pervenuta il 12 non fa assolutamente chiarezza sui dati necessari ad approntare misure che potrebbero rivelarsi del tutto inadeguate se non pericolose per l’ordine pubblico. Il Ministro ha fatto monitoraggio dei singoli istituti penitenziari e rilevato capienza e sovrannumero specifico per ognuno di essi? Può riferirci quanti siano i detenuti contagiati per singola struttura e come erano allocati nelle celle, se all’interno dei singoli istituti siano stati garantiti reparti di isolamento per i detenuti contagiati o sospetti di contagio e quali misure sanitarie siano state adottate per il loro isolamento e quarantena, se sia stato effettuato screening della intera popolazione carceraria e con quale frequenza, se il personale amministrativo, gli agenti di PG ed il personale esterno autorizzato all’accesso sia stato sottoposto a tamponi e con quale frequenza e quanti siano i detenuti entrati in contatto con questi, quanti e quali strumenti di protezione individuale siano stati distribuiti per ogni singolo istituto? Tutte risposte che non troviamo nella pur succinta relazione del DAP (in merito solo cinque paginette), che si limita a dati e rappresentazioni generiche per gli istituti penitenziari italiani nella loro complessità e che sole ci avrebbero consentito di valutare l’opportunità delle adottande misure. Al netto dei 2.600 braccialetti elettronici già oggi in dotazione, vorremmo anche sapere quali e quante risorse siano stati impegnate per l’acquisto di nuovi e se il Guardasigilli ha elaborato, anche solo in termini percentuali, il numero dei detenuti che dovrebbero lasciare le carceri in conseguenza delle adottate misure e ne ha calcolato la tempistica. A prescindere dalle posizioni, sicuramente distanti, sul modo di concepire la pena, certamente vi è l’esigenza, avvertita oggi più che ieri, di superare lo stato attuale di sovraffollamento ma va garantita, al contempo, la sicurezza dei cittadini (e sopratutto delle fasce deboli) ed il mantenimento dell’ordine pubblico. Il Governo ascolti gli addetti ai lavori, interrompendo il percorso populista che, nelle carceri italiane, fa purtroppo danni irreparabili” conclude.

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