Mafia, scarcerazioni per il Coronavirus, da Bonura, era al 41 bis, a Sansone. Presto altri boss in libertà

Coronavirus, boss mafioso Bonura lascia il 41 bis: concessi i domiciliari
Il giudice di sorveglianza di Milano ha concesso gli arresti domiciliari, sostenendo i motivi di salute, a uno dei capi mafia palermitani, Francesco Bonura, 78 anni, ritenuto da sempre vicino all'ex padrino di Cosa nostra, Bernardo Provenzano .E' considerato uno dei boss più influenti ed è stato condannato definitivamente per associazione mafiosa a 23 anni. Il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta lo definiva un mafioso “valoroso”. È stato uno degli imputati del primo maxi processo a Cosa nostra, dove è stato condannato. Ma non è il solo, ha ottenuto la possibilità  dei domiciliari anche Pino Sansone come riportato dal giornale La Repubblica, arrestato a luglio 2019 dalla Mobile di Palermo, ritenuto uno dei componenti in grado di gestire la "riorganizzazione" della mafia e vicino al boss Totò Riina. I Sansone, costruttori erano  anche vicini di casa del boss corleonese, durante l'ultima fase della latitanza palermitana, Riina venne catturato il 15 gennaio del 1996 all'uscita del residence di via Bernini a Palermo. Da oggi Pino Sansone torna a casa.


E adesso, tra i boss che potrebbero ottenere lo stesso beneficio, c'è anche Leoluca Bagarella: l'uomo responsabile di alcune pagine buie della storia italiana come l'omicidio di Boris Giuliano, la strage di Capaci e l'omicidio del piccolo Giuseppe Di Matteo. Ma Bonura non è l'unico caso, anche fuori dalla Sicilia, a Catanzaro il tribunale di sorveglianza ha concesso i domiciliari al boss della ‘ndrangheta Iannazzo ritenuto l capo del clan di Lamezia Terme (a luglio 2018 condannato anche in appello a 14 anni 6 mesi) e adesso torna a casa. Ma l'emergenza Covid rischia di aprire la pista a numerose "scarcerazione" per detenuti al 41 bis. E lo stesso Espresso a darne notizia, si tratterebbe di nomi  del calibro di Leoluca Bagarella (che sta spingendo da tempo per avere gli arresti in casa) i Bellocco di Rosarno, Pippo Calò, Benedetto Capizzi, Antonino Cinà, Pasquale Condello, Raffaele Cutolo, Carmine Fasciani, Vincenzo Galatolo, Teresa Gallico, Raffaele Ganci, Tommaso Inzerillo, Salvatore Lo Piccolo, Piddu Madonia, Giuseppe Piromalli, Nino Rotolo, Benedetto Santapaola e Benedetto Spera.E non mancate le reazioni di alcuni esponenti della politica come, il leader della Lega, Matteo Salvini che sia ieri durante la trasmissione "Fuori dal Coro" su ReteQuattro dove era in collegamento sia su un post su Facebook ha espresso il suo dissenso: "Non si possono cancellare decenni di lotta alla mafia nel nome del virus, con un decreto del governo, che è una vergogna nazionale, li fermeremo fuori e dentro il Parlamento. Io non ci sto. Spero che chi è al Quirinale intervenga, la lotta alla mafia Mattarella la conosce sulla sua pelle". 
Reazioni sono arrivate ache dal componete del Consiglio Superiore della Magistratura, Nino Di Matteo che ha dichiarato all'agenzia di stampa AdnKronos:"lo Stato sembra aver dimenticato e archiviato per sempre la stagione delle stragi e della trattativa stato- mafia". E ancora: "Lo Stato sta dando l'impressione di essersi piegato alle logiche di ricatto che avevano ispirato le rivolte".

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