Colpo al mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte dalle estorsioni ad una lista civica alle elezioni: 8 arresti

di Ambra Drago
I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito diverse misure cautelari nei confronti di 8 indagati (6 in carcere e 2 ai domiciliari), ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsioni aggravate dal metodo mafioso e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale.
Alcuni indizi sarebbero emersi sottolineano dal comando provinciale di Palermo nel corso delle indagini erano già finiti nel provvedimento di fermo d’indiziato di delitto emesso dalla DDA di Palermo ed eseguito il 4 dicembre 2018 - operazione “Cupola 2.0” - con la quale era stata smantellata la nuova commissione provinciale di cosa nostra palermitana.
In quel contesto vennero arrestate 19 persone ritenute appartenenti al mandamento mafioso di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, tra cui Filippo Salvatore Bisconti (diventato collaboratore di giustizia) e Salvatore Sciarabba (uomo d’onore misilmerese, scarcerato nel 2014 e limitato nei movimenti dalla misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di Palermo cui era sottoposto;) co-reggenti del mandamento mafioso, Vincenzo Sucato , reggente della famiglia mafiosa di Misilmeri, e Stefano Polizzi, reggente della famiglia mafiosa di Bolognetta.
Attraverso il controllo degli affiliati, a maggio del 2017 i carabinieri avrebbero documentato due importanti summit, presieduti da Salvatore Sciarabba all’interno dell’abitazione di Carlo Noto, imbianchino, incensurato, oggetto anch’egli dell’odierno provvedimento (non potuto eseguire in virtù del suo trasferimento per motivi di lavoro, nel 2018, negli Stati Uniti d’America).Gli investigatori documentarono tutto l'incontro. Inizialmente, avrebbero intercettato le preoccupazioni di Sciarabba in merito ai rischi che stavano correndo partecipando a una riunione del genere.
Poi il reggente del mandamento, dopo aver cercato di dirimere alcuni dissidi sorti tra gli uomini d’onore, avrebbe iniziato a analizzare le diverse vicende prospettategli ed emanava le proprie direttive in merito:
- alle modalità con cui avrebbero potuto reperire un macchinario edile: il commerciante sarebbe stato convinto da uno degli uomini d’onore a ricevere in cambio un assegno post datato;

- alla necessità di ostacolare un imprenditore che stava eseguendo dei lavori di edilizia e stava fornendo il proprio cemento nel territorio di Bolognetta senza essere in possesso delle necessarie autorizzazioni mafiose: Stefano Polizzi, vertice della famiglia mafiosa di Bolognetta, avrebbe dovuto impedire fisicamente ai camion di quell’imprenditore di entrare sia nel territorio di propria competenza che in quello del Comune di Marineo facendo in modo che, da quel momento in avanti, le imprese edili avrebbero dovuto optare per altre aziende per la fornitura del cemento;

- all’esenzione dal pagamento del pizzo di un fornaio che aveva recentemente subìto un grave lutto familiare;

- all’autorizzazione richiesta da Domenico Nocilla, uomo d’onore legato a Sciarabba, a rilevare un esercizio commerciale ove far lavorare i propri figli;

- all’opportunità di infiltrarsi all’interno dell’amministrazione comunale misilmerese. In particolare, Nocilla avrebbe proposto al reggente del mandamento di supportare, con largo anticipo, una persona di loro fiducia da porre a capo di una lista civica, slegata dalle logiche di partito, costituita da persone appositamente selezionate, capace di indirizzare le scelte dell’amministrazione in favore della consorteria. La proposta venne accolta da Sciarabba che, avrebbe inviato proprio interlocutore a riparlarne più avanti, visto che mancavano ancora tre anni alle elezioni comunali del 2020. Tale progettualità non diveniva esecutiva grazie al fermo nell'operazione Cupola 2.o.

L’attività investigativa sottolineano dal Comando provinciale dei carabinieri di Palermo avrebbe ricostruito diversi episodi:

- una richiesta estorsiva di 12.000 euro ai danni di una ditta edile, impegnata nei lavori di costruzione di una palazzina a Misilmeri, richiesta proveniente da Salvatore Sciarabba, Giuseppe Bonanno detto “Andrea” e l’anziano uomo d’onore Vincenzo Sucato morto il 02 aprile 2020 a causa del Covid_19 (primo caso di decesso in carcere in Italia);

- un cavallo di ritorno per un camion e un escavatore rubati a un imprenditore legato al mandamento mafioso di San Mauro Castelverde. In particolare, l’imprenditore, per riottenere i propri mezzi d’opera, ricorreva all’intermediazione di diversi esponenti mafiosi che, a fronte di una richiesta iniziale di 8.000€, riuscivano a diminuire la cifra, pretendendo e ottenendo per la restituzione 2.800€.

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