Il 4 maggio è partita la Fase 2, paure, umori e speranze dei commercianti del Cassaro di Palermo

di Ambra Drago
E' partita la Fase 2 di questa emergenza sanitaria legata al Coronavirus e da oggi in base all'ultimo Dpcm del Presidente del Consiglio dei Ministri era prevista la possibilità a bar e pasticceri  di effettuare servizio di asporto e per i cittadini acquistare senza dover consumare nella zona limitrofa al locale.Noi di Siciliaunonews siamo andati in centro storico per sentire le paure, sondare gli umori e le speranze dei diversi commercianti. 
Gli appassionati della pasticceria e del caffè di uno dei bar più antichi del Cassaro, il "Bar Marocco" hanno trovato la saracinesca abbassata, abbiamo chiesto al titolare come mai. "La mia attività- racconta Ignazio Mastrolembo- consta di dieci dipendenti che dall'inizio dell'emergenza sono stati messi in Cassa integrazione, ora io dovrei aprire per favorire l'asporto alla clientela, ebbene oggi non potrò perchè ci sono delle difficoltà burocratiche, gestionali e pratiche. Per io permettere l'asporto della merce devo almeno tenere quattro impiegati e preferirei, come ho sottolineato al medico del lavoro, che usufruissero della possibilità di effettuare i tamponi, una sicurezza per loro e per tutti, dato che anche gli a sintomatici andrebbero controllati. E sono qui che attendo una risposta del medico".

Gentilmente il titolare ci fa entrare nel locale, sempre a debita distanza, e ci mostra i lavori che ha effettuato, tutto a sue spese, per cercare di riprendere in sicurezza l'attività. Notiamo i pannelli in plexiglas sia nella zona cassa che nel bancone e poi degli scatoloni contenenti il gel igienizzante e mascherine da fornire al cliente qualora ne fosse sprovvisto 
(materiale che ha avuto un costo di 350 euro) e poi notiamo un'altra scatola con dei guanti per un ammontare di 100 euro.
Sono delle cose necessarie per poter ripartire in tranquillità anche perchè sono stati due mesi pesanti, consideri che dichiaravo circa 35mila euro all'anno, ora questa emergenza è stata una batosta economica. La speranza è di ripartire più in la potendo utilizzare i 14 metri quadrati di suolo pubblico che usufruisco attraverso la partecipazione all'associazione Cassaro Alto, ma anche confido nel fatto che il Comune ci venga incontro, magari ampliando lo spazio, vedremo, è tutto una scoperta".
A pochi passi trovi una delle botteghe storiche di Corso Vittorio Emanuele, la tabaccheria gestita da ben 38 anni da Giovanna Analdi, Presidente dell'Associazione Cassaro Alto:"Vorrei precisare che la santificazione è fondamentale così come sono importanti i tamponi che tutti i commercianti vorrebbero garantire ai loro dipendenti. Sono aspetti importanti di cui bisogna tener conto.
E poi a proposito di distanziamento sociale anche per chi ha un bar e vuole mettere dei tavolini fuori, sarebbe auspicabile chiudere la strada, pedonalizzandola tutta ( togliendo le corsie per pedoni e biciclette) e allargare lo spazio in modo da poter lavorare. Piano piano ce la faremo, anche se devo dire che io, che ho vissuto tutte queste settimane ( sapete che il tabacchi era un'attività aperta fin dal primo Dpcm)  posso dire che vedo tutto fermo, c'è un silenzio surreale e  poco movimento. A pochi metri abbiamo la Questura (e anche li fanno una turnazione) le scuole sono chiuse quindi per me stamattina non è cambiato di fatto nulla. Qui non c'è e non c'è mai stata tanta confusione".
E tra le attività che non hanno mai smesso di lavorare ci sono anche le edicole."I primi giorni lavoravamo un pochino-racconta Luisa Ostuni- anche se devo dire che ci ha aiutato anche dil fatto che possiamo vendere qualche bibita, un pacco di patatine, abbiamo convertito da tempo un minimo l'attività. Devo dire che i giornali non se ne vendevano prima e ora ancor di più perché i cittadini non uscendo hanno scelto la formula degli abbonamenti ai quotidiani online".
Le abbiamo chiesto dopo questo 4 maggio come si immagina la ripartenza e soprattutto se ci sono e ci sono state difficoltà. "Le gente non viene, ha paura, vendo quattro - cinque giornali al giorno. Sono arrivate le 600 euro ma non riusciamo a pagare le tasse, le utenze ecc.. Con il poco che incasso penso a i beni primari, come far la spesa per miei tre figli, tra l'altro sono separata, quindi monoreddito e quel poco che guadagno devo farmelo bastare per le cose fondamentali.Fin quando ne avrò la forza resisterò altrimenti sarò costretta a chiudere, anche se penso che sarebbe opportuno che ci dessero la possibilità di riconvertire in toto l'attività riuscendo così a sbarcare il lunario. L'editoria e la vendita dei giornali non è quella di una volta e gli editori non hanno interesse anche perché ormai le vendite online hanno superato di gran lunga il cartaceo. Spero che ci possano essere altre alternative".
C'è invece chi si è data una possibilità  e di proseguimento della propria attività commerciale attraverso la vendita online, è il caso della bottega storica l'Isola Saporita di Giuliana Lo Cascio.
"Mi sono resa conto in questo periodo che quando i clienti sono tanti la gestione della vendita online anche attraverso i social è un impegno gravoso perchè mi sono ritrovata una mole di lavoro inaspettato. All'inizio magari non riuscivo a seguire il cliente in modo attento, potevo ad esempio perdermi qualche richiesta effettuata sui social e ciò poteva portare anche alla scontentezza e al rilascio di recensioni negative. Insomma dopo i primi giorni mi sono adattata, anche perchè la mia è una bottega storica da 18 anni e dove ho sempre privilegiato il contatto diretto con il cliente, lasciandoli felici e cercando di curare il dettaglio dei miei prodotti artigianali, insomma non ero preparata al meglio, è stato faticoso iniziare questo percorso di vendita, ma ce l'ho fatta. Ci siamo ritrovati a fare un lavoro non preventivato,  la vendita online, che ribadisco è un mestiere, dove vi sono tra l'altro anche diverse figure deputate a seguire i rapporti con la clientela (dalle mail alla pagina Facebook). Per quel che mi riguarda ho fatto tutto da sola, da casa, devo dire che con la pubblicazione di un mio prodotto sono stata ininterrottamente collegata per circa di 24 ore per rispondere a tutte le domande e le esigenze ed è andata bene. Insomma ho fatto esperienza e sono sicura migliorerò nel tempo, devo dire che in questo momento storico questa formula mi ha aiutata. Continuerò a tenere il negozio chiuso, anche perché l'adeguamento comporta dei costi enormi e magari aprirò solo nei weekend perché ho notato che la gente tra passeggiate e attività motoria viene nel centro storico. Poi vedremo come si evolverà la situazione e magari a giugno aprirò nuovamente definitivamente al pubblico".
Chi invece ha aperto da una quindicina di giorni è la libreria Zacco, un negozio antico che ha deciso di ospitare il pubblico ovviamente mettendo a disposizione i mezzi di protezione individuale.
"A casa non ce la facevo più e non vedevo l'ora di tornare a lavorare cosciente del fatto che il flusso di gente ovviamente non sarebbe stato continuo. La zona e in particolare corso Vittorio Emanuele si basa sul flusso turistico, sulla passeggiata dei palermitani o sulle scuole ( che sono chiuse) tutte cose che non ci sono state, ora vedremo con questo allargamento se qualcosa cambierà. Io cerco di far sentire sicuro il cliente che decide di entrare, fornisco la mascherina se ne è sprovvisto o i guanti per garantire la mia e la loro sicurezza. Cerco di tenere il locale pulito effettuando la sanificazione con tanto di autocertificazione, insomma rispetto le norme che ci hanno dato. Abbiamo chiesto a Maurizio Zacco se economicamente ha avuto delle in perdite ingenti in questi due mesi: "Ho avuto una grossa perdita, anche se questi mesi da sempre( senza Coronavirus)  li abbiamo considerati un periodo di magra, perchè di fatto i nostri maggiori introiti erano legati alla stagione turistica ed è normale che a maggior ragione par abbiamo avvertito la differenza con questo blocco totale.Se io guardo i numeri rispetto agli anni passati siamo a un 10 per cento dei guadagni che avevo, in questi giorni è venuto  giusto qualche amico che con la voglia di uscire ha acquistato un libro ma non c'è stata una grande affluenza di clienti. Tra l'altro io non effettuo la vendita online, al momento mi sono trovato impreparato, magari mi organizzerò nel futuro".

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