Secondo quanto ricostruito nell'indagine, i due avrebbero tentato di vendere ad acquirenti appartamenti che non possedevano, alcuni di questi anche a Roma e Milano. L’operazione denominata "Fontana di Trevi", dal nome della famosa truffa raccontata in un noto film di Totò, è partita dalla denuncia di un professionista del settore immobiliare che, dopo aver versato un'ingente somma, non era entrato in possesso di alcun appartamento nonostante avesse iniziato una trattativa.
Uno dei due imprenditori, sottolineano dal comando provinciale dei carabinieri di Palermo, presentava un curriculum di legalità e professionalità millantando inesistenti “patenti” di rispettabilità e di affidabilità accreditate presso uffici giudiziari e delle forze dell’ordine. Agli acquirenti diceva di possedere la disponibilità degli immobili sul territorio nazionale, riuscendo a farsi consegnare, anche mediante bonifici, ingenti somme di denaro.
Nonostante i soldi non si arrivava mai alla stesura degli atti di vendita. I carabinieri hanno acquisito la movimentazione delle somme ricevute e nel corso delle perquisizioni hanno sequestrato tanti documenti. Inoltre è indagata una terza persona accusati di truffa e con precedenti specifici.
Nonostante i soldi non si arrivava mai alla stesura degli atti di vendita. I carabinieri hanno acquisito la movimentazione delle somme ricevute e nel corso delle perquisizioni hanno sequestrato tanti documenti. Inoltre è indagata una terza persona accusati di truffa e con precedenti specifici.
Nessun commento:
Posta un commento