Nella caserma Carini, "Una stanza tutta per sé" per assistere le donne vittime di violenza

di Ambra Drago
E' stata inaugurata all'interno della Caserma Carini di Palermo, un'aula audizioni per le donne vittime di violenza. Una tappa che si inserisce all'interno del progetto " Una stanza tutta per sé
" .
"Il problema di fondo nel caso del fenomeno della violenza di genere è culturale- sottolinea il tenente Giada Conti- Comandante del Nucleo operativo di Piazza Verdi e coordinatrice del Progetto- molto spesso le donne si sentono restie a denunciare determinati fatti. Il nostro obiettivo per il tramite di questa stanza e fargli sapere che noi ci siamo per loro, che denunciare è la cosa giusta e che lo possono fare in una maniera meno traumatica possibile. Loro vengono accompagnate nell'iter giudiziario, possono parlare con il personale femminile che possono comprendere le loro difficoltà, la location fa la sua parte e non vengono mai lasciate sole. Gli vengono spiegato che esistono i centri anti violenza, gli viene spiegato i loro diritti, il nostro modus operandi è quello di accompagnarle della conoscenza del reato fino a quando ci si auspica il responsabile viene assicurato alla giustizia".Un percorso di vicinanza e sostegno alle vittime iniziato nella caserma carini già nel novembre dello scorso anno e fortemente voluto dal Comandante provinciale dell'Arma, Arturo Guarino che ha sottolineato quanto sia importante fare rete tra le istituzioni. 
Presente all'evento il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani:"Fare rete con azioni concrete e significa creare quei contesti che possono favorire l'emersione di fenomeni come la violenza di genere che tendono a rimanere sommersi.Riuscire la rete a far fare questo passo verso un organismo qual è l'Arma dei carabinieri che fa parte della rete e che viene percepito come tale. Il Codice Rosso ha ammesso questa sottolineatura, la violenza che subisce la donna non è un fatto personale ma diventano reati perseguibili d'ufficio. Questo significa far riferimento alla Rete e ringrazio anche Soroptimist per il sostegno, queste stanze le ho trovate a La Spezia, a Parma e ora a Palermo e questo è un segno di continuità. Le persone per avere fiducia devono sapere che la rete esiste sempre e che la mia indecisione di oggi può trasformarsi in una decisione di domani".

Insieme al prefetto hanno partecipato all'inaugurazione anche il procuratore aggiunto, responsabile del Pool Fasce deboli" Annamaria Picozzi.
Il momento centrale della cerimonia, ovvero la scopertura della targa ha visto la partecipazione della professoressa Anna Maria Pepi- presidente del "Club Soroptimist International D'Italia" che ha firmato un protocollo con l'Arma e sposato la causa."Recentemente questo protocollo vuole promuovere ambienti confortevoli.In realtà nel caso della vittima di violenza il momento cruciale è quello della denuncia perché si trova in una grande situazione di disagio e vulnerabilità. Quindi la presa in carico in un ambiente confortevole diventa fondamentale, anche da parte del personale specializzato ( e il protocollo si propone di promuovere attività didattiche).Un altro problema è quello della verbalizzazione, spesso cartacea e richiede un ulteriore colloquio e può diventare un deterrente per questo le stanze sono fornite di un kit informatico che consentono di dare agli investigatori e magistrati e non richiedono ulteriori incontri e che siano validi per la verbalizzazione".

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