Emergenza cenere

Emergenza cenere. Di Piazza: “Serve nuovo approccio, sindaci etnei lavorino su piani protezione civile. A rischio la salute dei cittadini”. Oggi l’Etna ha dato luogo al dodicesimo parossismo in meno di un mese. L’eruzione non si placa, pur senza rischi per le città dovuti alle colate laviche, ma ripropone il grave problema delle piogge di cenere vulcanica sui centri abitati. Tale emergenza ha toccato l’apice finora nella zona fra Zafferana, Giarre, Milo, Riposto, mettendo a nudo le difficoltà di cui soffre la catena Protezione civile regionale/Comuni nel dare una pronta risposta alle richieste di aiuto dei cittadini. L’impegno finanziario assunto dalla Regione servirà a poco senza un cambio di approccio specie sul piano locale. Molte delle amministrazioni soggette al fenomeno, paradossalmente, non hanno Piani aggiornati di Protezione civile che contemplino il rischio generato dalla cenere lavica, con i relativi comportamenti da adottare e misure per la popolazione. Lo scenario della “pioggia nera”, nei Comuni etnei, deve essere invece considerato un fatto naturale e quasi prevedibile con buon margine, grazie ai sistemi di sorveglianza e ai dati che l’Ingv fornisce quotidianamente a tutto gli attori istituzionali. Tralasciando in questo momento i danni relativi all’irritazione congiuntivale e delle prime vie respiratorie, che molti cittadini hanno accusato a causa della pioggia di sabbia lavica dell’Etna di queste due ultime settimane, l’inalazione inevitabile delle polveri sottili (particolati) contenute nelle ceneri vulcaniche è particolarmente pericolosa per tutto l'apparato respiratorio ma soprattutto per quello cardiovascolare, ed i conseguenti danni per polmoni e cuore, soprattutto per i cardiopatici, rischiano di essere cospicui. Maurizio Di Piazza, che guida il Dipartimento Maxi Emergenze di Forza Italia e Chief Innovation Officer della Scuola Internazionale di Maxi Emergenze CEMEC di San Marino, offrendo anche l’eventuale supporto dei propri tecnici, chiede ai sindaci dei comuni etnei, di “lavorare all’aggiornamento o all’adozione di Piani locali di protezione civile che possano inoltre portare anche alla previsione di specifici capitoli di spesa per la pulizia tempestiva di strade, edifici e spazi pubblici per contenere il rischio per i cittadini delle aree interessate alla pioggia di cenere lavica”.

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