Unioncamere: dati imprese Siciliane I° trimestre 2021

Buone notizie le imprese siciliane che fanno registrare un risultato positivo per il primo trimestre 2021 sul fronte della nati-mortalità, nonostante il momento difficile che vive non soltanto l’economia dell’Isola ma quella dell’intero paese, in generale. Secondo i dati di Movimprese, pubblicati oggi dall’Osservatorio Unioncamere, che analizza l’andamento della nati-mortalità, regione per regione, in Sicilia nel I trimestre 2021 si è avuto un saldo positivo (+1.160), rispetto alle 472.442 registrate (nel 2020 erano 446.442). A fronte delle 6.975 nuove iscrizioni ci sono state 5.815 cessazioni. In Italia le imprese registrate sono 6.075.510, le iscrizioni 103.597, le cessazioni 98.491 con un saldo + 5.106.
Ecco i dati relativi alla nati-mortalità delle imprese per provincia. Trapani: registrate 47.541, iscrizioni 694, cessazioni 576; Palermo: registrate 99.328, iscrizioni 1.579, cessazioni 1.185; Messina registrate 63.086, iscrizioni 742, cessazioni 461; Agrigento: registrate 40.854, iscrizioni 686, cessazioni 571; Caltanisetta: registrate 25.498, iscrizioni 357, cessazioni 368; Enna: registrate 15.068, iscrizioni 220, cessazioni 211; Catania: registrate 104.345, iscrizioni 1.596, cessazioni 1.478; Ragusa: registrate 37.417, iscrizioni 534, cessazioni 474; Siracusa: registrate 39.305, iscrizioni 567, cessazioni 493.
In Sicilia aumentano dell’1,09% le imprese con società di capitale (con la punta massima dell’1,63% di Agrigento), in diminuzione dello 0,24% le società di persone, stabili +0,02% le ditte individuali.
“Sono timidi e parziali segnali - spiega il presidente di UnionCamere Sicilia Giuseppe Pace –, certamente registriamo con favore che il saldo positivo di questo primo trimestre, ma sappiamo tutti la bufera che ha investito la Sicilia, ma l’Italia in generale, con l’emergenza legata alla pandemia e con questi ristori del governo nazionale che non arrivano L’emergenza sanitaria – aggiunge Pace – non è ancora cessata, mentre le nostre aziende, soprattutto quelle legate al turismo e alla ristorazione, stanno vivendo un inferno. I numeri positivi non devono ingannarci perché la situazione è davvero più che preoccupante”.

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