Operazione antidroga della polizia, nonno pusher fa contare i soldi alla nipotina: 30 misure cautelari

di Ambra Drago
Le indagini del Commissariato di Partinico guidato dal dirigente Carlo Nicotri sono durate un anno ed hanno preso le mosse da una richiesta di aiuto di una mamma preoccupata per lo stato di tossicodipendenza del figlio. Da qui gli agenti iniziano un lavoro di intercettazioni ambientali, telefoniche e con l'ausilio del Gps iniziano a monitorare i movimenti sul territorio di Partinico sono a giungere ad alcuni comuni del trapanese. Nell'operazione di questa mattina eseguita con l'ausilio del personale della sezione Narcotici guidata dal funzionario Agatino Emanuele insieme ai colleghi del Reparto Prevenzione Anticrimine e con l'utilizzo delle unità cinofile, sono state eseguite diverse misure cautelari nei confronti di 30 persone, accusate di spaccio di sostanze stupefacenti, tentata estorsione, rapina e furto.In particolare undici persone sono state arrestate, quindici sono finite ai domiciliari e a quattro è stato notificato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini hanno accertato un'attività di spaccio che partendo da Partinico si estendeva ad altri comuni della provincia palermitana come Balestrate, Trappeto, Camporeale, San Cipirello, nonché del trapanese come Alcamo, Castellammare del Golfo, Santa Ninfa, Gibellina, Mazara del Vallo. "Questa operazione, sottolinea Leopoldo Laricchia, Questore di Palermo, premia il lavoro dei commissariati. Avendo i commissariati in zone con una criminalità importante è chiaro che tutti devono partecipare alle attività di prevenzione del crimine e di essere sul territorio con tutte le articolazioni provinciali. Non tutti sanno o magari non si dice che il dirigente del commissariato è autorità di pubblica sicurezza,  il sindaco lo è nei luoghi dove non c'è la struttura di polizia. Per questo ho inteso dare la giusta risonanza al lavoro nel caso specifico del commissariato di Partinico".
L'organizzazione gestiva grossi traffici di droga, in particolare cocaina con un rilevante giro d'affari per la numerosissima clientela che nel tempo era stata fidelizzata. "Durante l'operazione sono stati contestati- sottolinea il commissario Nicotri 270 episodi di cessione di stupefacenti , intercettate 31 utenze per un totale di 180mila circa telefonate ascoltate. Attraverso pedinamenti culminati in alcuni arresti in flagranza di reato, ben otto, sono state raccolti diversi elementi probatori che hanno permesso di individuare principalmente due persone principali, che operavano a Partinico e in altre zone in grado di concordare singole tranche di vendita della droga, rendendo difficili anche le operazioni di polizia anche perchè non vi era un magazzino o un centro di stoccaggio ben preciso. La particolarità di questa operazione è data dal fatto che non è stata riscontrata un'organizzazione dedita allo spaccio bensì due persone che riuscivano a gestire gli affari con gli spacciatori e a fidelizzare i clienti".Il target dei clienti era davvero vario dallo studente al professionista, dai 16 ai 60 anni e in funzione alla località geografica cambiavano il luogo di spaccio.Durante le indagini sarebbe emersa anche la figura di un nonno che durante le sue attività quotidiane come ad esempio accompagnare la nipotina continuava a svolgere la funzione di pusher. L'uomo non solo spacciava direttamente ma avrebbe utilizzato la bambina di appena 11 anni nel contare il denaro provente dell'attività illecita. Un altro elemento sarebbe stato quello legato alla risoluzione di una rapina avvenuta in una gioielleria del 2013 a Partinico. In quell'occasione i malviventi si travestirono da Finanzieri e dopo aver immobilizzato il gioielliere si impossessarono di un bottino di 400mila euro. In quell'occasione il proprietario della gioielleria aveva reagito impugnando un revolver e sparando era riuscito a colpirne uno.E in questa operazione sarebbe stato indagato uno dei componenti della banda che all'epoca non solo avrebbe fatto da basista e da " palo" ma avrebbe curato per un periodo di tempo il rapinatore rimasto ferito ostacolando le ricerche. Inoltre gli uomini che gestivano le basi di spaccio facevano ricorso anche alla violenza per il recupero dei crediti. "Un cliente fidelizzato- conclude il commissario Nicotri- riteneva di potersi accreditare nei confronti dello spacciatore senza dover pagare. Questo atteggiamento richiesto con violenza è diventato oggetto di una contro violenza, una prima colluttazione e poi successivamente una ritorsione".Le cessioni verificate dagli investigatori sono state duecento per un volume d'affari notevole, ma indagini sono in corso si è sottolineato in conferenza per risalire ai possibili canali di approvvigionamento dato che nel caso specifico gli indagati non ne avevano uno fisso.

Nessun commento:

Posta un commento