32 anni fa l'omicidio Agostino. Il padre:"Non basta la condanna di Madonia, occorrono tutti i nomi di mandanti e esecutori"

di Ambra Drago
"La condanna di Madonia non vuol dire nulla, si devono scoprire ancora chi sono i manovratori di questi fili. Io li chiamo pupari- sottolinea Vincenzo Agostino- padre dell'agente Nino- e ora devono venire fuori. Non basta aver scoperto gli esecutori, devono venire fuori pure loro altrimenti noi non avremo nessuna pace. Perchè ancora questi sono liberi. Se lo Stato non si muove e non ci aiuta per far venire fuori queste persone non c'è pace per noi e per il nostro Paese". Un padre coraggioso ma allo stesso tempo addolorato per aver perso trentadue anni fa il figlio, agente di Polizia del commissariato San Lorenzo con la moglie Ida Castelluccio e il figlio che portava in grembo. Tanti anni di lotta per raggiungere la verità, quella stessa verità che voleva la signora Augusta Schiera Agostino scomparsa il 28 febbraio del 2019, che molti ricordano sempre accanto al marito Vincenzo. "Mia moglie, la mamma di Nino, ricorda Vincenzo Agostino- ha lottato pure lei. E la frase impressa nella sua lapide " mamma  in attesa di verità e giustizia" purtroppo l'ho dovuta fare scrivere ma spero che quanto prima venga cancellata". Un auspicio e una speranza quella di papà Vincenzo Agostino che ha visto compiere un primo passo verso un lungo percorso di giustizia. Quest'anno è stato celebrato un processo in aula bunker di Palermo dinanzi al giudice Alfredo Montalto che nelle motivazioni della sentenza per il duplice omicidio di Nino Agostino e Ida Castelluccio avvenuto a Villagrazia di Carini ha sottolineato come l'uccisione del poliziotto sarebbe avvenuta perché cercava boss latitanti". Il giudice dinanzi al quale si è svolto i processo con il rito abbreviato ha inflitto l'ergastolo al boss Nino Madonia. Altri due imputati, Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto, accusato di favoreggiamento hanno scelto il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio. Un percorso tortuoso ma presto si speri porti a individuare tutti i colpevoli, questo spera anche Antonino Morana, nipote di Nino Agostino:" Dopo questa prima sentenza c'è un barlume di speranza e che spero che porti l'anno prossimo porti mio nonno a tagliarsi la barba. Questa speranza è pure per me che voglio portare avanti e far conoscere la storia di mio zio Nino  e mia zia Ida che sono stati uccisi in modo atroce".

 E questa mattina si è svolto un momento di memoria sul  lungomare di Villagrazia di Carini alla presenza del sindaco del luogo, del primo cittadino di Palermo, del prefetto, delle autorità civili e militari. E un pensiero ha espresso il Questore di Palermo, Leopoldo Laricchia:"Bisogna fare memoria che vuol dire ogni giorno rivivere quelle situazioni e per far si che ci si ricordi che questi uomini sono morti per una Palermo migliore che si è riscattata e che si sta riscattando. Per un mondo, come disse Giovanni Falcone, libero da tutte le mafie".

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