Libero Grassi, 30 anni fa l'omicidio dell'imprenditore del settore tessile che disse no al pizzo

di Ambra Drago
E' stato ricordato nel giorno del trentesimo anniversario della sua uccisione per mano mafiosa, l'imprenditore Libero Grassi. Un uomo che aveva avuto il coraggio negli anni 90' di ribellarsi al pizzo e che aveva cercato in tutti i modi di far emergere un problema, quello delle estorsioni, che veniva sottovalutato e che ancora oggi nonostante le continue operazioni di polizia rimane preponderante. Indimenticabile la lettera che Grassi scrisse al suo estortore e che è stata pubblicata dal Giornale di Sicilia, una " denuncia" che però risuonava come un appello a non esser lasciato solo dalle istituzioni.Lui insieme alla moglie, Pina Maisano e ai figli non aveva mai smesso di combattere per la difesa del suo lavoro, dei suoi dipendenti e dei tanti commercianti.Una voce che piano piano era riuscita a farsi sentire, nel silenzio che contraddistingueva un atteggiamento omertoso dilagante. Famosa l'intervista nella trasmissione di Michele Santoro, "Samarcanda" andata in onda l'11 aprile 1991. Grassi tra le tante cose disse: "Io non sono pazzo: non mi piace pagare.E' una rinunzia alla mia dignità di imprenditore".E lui nonostante le continue telefonate di minaccia continuò il suo lavoro nella Sigma, la fabbrica tessile da lui fondata. Grassi collaborerà con la polizia per individuare gli estorsori (i fratelli Antonino e Gaetano Avitabile) ritenuti gli "esattori " del clan Madonia di Resuttana che vengono arrestati nel 91' insieme a un complice. Nello stesso anno venne arrestato anche Salvino Madonia, figlio del boss di Resuttana (condannato al 41 bis nel 2008) e il complice Marco Favaloro che in seguito si pentirà e darà informazioni utili per la ricostruzione dell'agguato. Ma dopo gli arresti Grassi rifiutò ugualmente una scorta. E il 29 agosto alle ore 7,45 di mattina venne ucciso in via Alfieri con quattro colpi di pistola mentre si stava recando a lavoro. E sa quella mattina quel luogo è diventato il simbolo del lotta al racket, ogni anno cittadini, le personalità civili e militari e il mondo dell'associazionismo tra cui Addiopizzo, si ritrovano per ricordare la battaglia e il sacrificio di questo uomo. Questa mattina i figli dell'imprenditore, Alice e Davide hanno sistemato il tazebao che dice: “Qui è stato assassinato Libero Grassi, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’as- sociazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti e dall'assenza dello Stato”. 

E in via Alfieri presente anche il nipote di Grassi che ha segnato con un abomboletta di colore rosso il punto esatto dove venne ucciso l'imprenditore. Un momento che è stato seguito dalla deposizione della corona alla presenza del sindaco Orlando, del prefetto Forlani, dei figli di Grassi circondati dall'affetto dei cittadini e del mondo imprenditoriale, c'era anche il presidente di Confindustria Sicilia Alessandro Albanese e la presidente di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio.

Nessun commento:

Posta un commento