Irregolarità nell'area dell'ex Addaura Wave, indagati due palermitani

Indagati due palermitani, ovvero l'amministratore unico e socio di una ditta che aveva in concessione demaniale marittima l’area dove si trova l’Addaura Wave, un locale storico del palermitano.I due dovranno rispondere di illeciti ambientali, rovina di manufatti, discarica non autorizzata ed occupazione indebita di area demaniale marittima, oltre che di inosservanza di un provvedimento dell’Autorità Amministrativa. L’Addaura Wave, locale della scogliera del lungomare Cristoforo Colombo, già nel giugno del 2017 - in seguito a controlli congiunti dell’Arpa e della Siae – aveva evidenziato carenze strutturali tra cui un’area abusiva adibita a deposito di alimenti e bevande; nel corso di quei controlli era emersa altresì la presenza di lavoratori “in nero”. Ad agosto del 2018, in seguito ad alcune denunce pervenute da residenti, furono i tecnici dell’Arpa ad effettuare alcune rilevazioni ed il locale aveva subito un provvedimento di chiusura per cinque giorni per mancato rispetto di un’ordinanza sindacale che, allora, prevedeva la sospensione della musica a mezzanotte.Altri controlli si erano succeduti fino al luglio del 2019, quando l’A.R.T.A., l’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, rilevato un utilizzo dell’area demaniale difforme alle specifiche prescrizioni della concessione, avviava il relativo procedimento di decadenza della medesima concessione demaniale.

Il 23 ottobre dello dello scorso anno, il Dipartimento regionale dell’Ambiente, sulla base di quanto dettagliatamente riferito dalla Questura di Palermo, preso atto che i concessionari avevano “ripetutamente esercitato attività non autorizzate così sostanziando valido presupposto per la pronuncia della decadenza del titolo” e considerato che “le numerose segnalazioni ed i conseguenti interventi repressivi attestavano inequivocabilmente l’esercizio, continuato e non sporadico, e, soprattutto, non autorizzato di attività di intrattenimento musicale e serate danzanti”, dichiarava decaduta la concessione demaniale marittima rilasciata alla Società Wave s.r.l. che quindi di fatto, nel corso del 2020, malgrado i ricorsi ai giudici amministrativi, cessava di esercitare.

Per quanto riguarda i fatti la Questura fornisce questa ricostruzione. L’area demaniale in passato occupata dal locale, intanto, sin dai primi mesi dell’anno corrente iniziava a registrare un graduale e costante abbandono fino al 9 settembre scorso, quando in seguito ad un sopralluogo di personale del Commissariato di P.S. “Mondello” e della locale Guardia Costiera si accertava la presenza di manufatti in stato di abbandono, detriti ed altro materiale idoneo a deturpare paesaggisticamente uno dei tratti costieri più suggestivi del litorale palermitano. Si sarebbe quindi accertato che la società gerente non avrebbe mai dato esecuzione interamente allo sgombero dell’area in concessione ed al suo ripristino dopo la decadenza della C.D.M., lasciando sulla medesima area taluni manufatti tra i quali alcuni precedentemente adibiti a spogliatoi, servizi igienici e chioschi bar, manufatti col tempo andati in rovina.Intanto il Consiglio di Giustizia Amministrativa avrebbe respinto l’appello cautelare con il quale la società Wave s.r.l. che aveva avuto in concessione quell’area aveva impugnato il provvedimento di decadenza del titolo concessorio, così da rendere pienamente esecutivo l’obbligo dell’(ex) concessionario di sgomberare a proprie spese l’area precedente occupata in forza della concessione demaniale decaduta.

Un’area pertanto che non sarebbe soltanto stata occupata abusivamente da manufatti e detriti in rovina, ma sarebbe apparsa altresì fortemente deturpata da quella che nei vari sopralluoghi si sarebbe presentata agli occhi degli operatori come una discarica a cielo aperto.

La Società Wave s.r.l. – secondo le diffide dall’Assessorato-Dipartimento Ambiente – sarebbe stata tenuta allo sgombero a proprie spese e alla rimessa in pristino dell’area, ma quest’ultima continuava ad essere occupata da strutture in legno (a suo tempo utilizzate verosimilmente come spogliatoio collettivo) e da servizi igienici colmi di detriti, nonché da una ulteriore struttura in ferro arrugginita e in rovina che in passato costituiva uno dei punti di ristoro (bar-chiosco).

L’amministratore unico (e socio al 50%) della Ditta Wave ed il socio (per la restante quota) sono stati chiamati a rispondere di illeciti ambientali, rovina di manufatti, discarica non autorizzata e occupazione indebita di area demaniale marittima, oltre che di inosservanza di un provvedimento dell’Autorità Amministrativa e tutto quanto è stato rinvenuto sull’area demaniale è stato sottoposto a sequestro probatorio.




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