Aula bunker dell'Ucciardone, per i trent'anni della Dia un incontro con gli studenti dei licei e dell'università

di Ambra Drago
Sugli schermi dell'aula bunker del carcere dell'Ucciardone le immagini di Giovanni Falcone contenute nel documentario dal titolo "DIA 1991- Parlare poco Apparire mai" che racconta trent'anni di storia di questo organismo interforze deputato al contrasto alla criminalità organizzata. La giornata ha visto la partecipazione di studenti universitari e quella di diversi istituti cittadini, un momento di confronto, di memoria e di arricchimento per quelle generazioni che non hanno vissuto gli anni terribili delle Stragi.
"Dobbiamo rivolgerci ai ragazzi che sono il futuro del nostro Paese. A loro bisogna far capire- sottolinea Maurizio Vallone- Direttore della Dia- che il periodo delle Stragi e il tentativo di Cosa nostra di sovvertire le istituzioni nazionali non è una periodo morto e sepolto, sono stati solo messi nel cassetto perchè in questo momento magari interessa di più impossessarsi del Paese entrando nel circuito economico". Un momento di confronto che serve a rafforzare il rapporto tra Forze dell'Ordine e giovani, un momento per stare vicini alla gente."Le Forze dell'Ordine non devono essere viste come degli antagonisti, come coloro che li reprimono. Le Forze dell'Ordine sono in un Paese democratico al servizio della gente e dei giovani anche per potersi permettere di esprimere liberamente, purché nell'ambito della legge, che poi significa rispettare gli altri. I giovani devono sapere che ci siamo sempre anche quando c'è un problema. E' più giusto e democratico rivolgersi alle Forze dell'Ordine che farsi giustizia da soli, oppure rivolgersi a gente sbagliata. Ecco i giovani devono sapere che queste persone ti chiedono sempre qualcosa in cambio, mentre noi tendiamo la mano e siamo pronti ad aiutare tutti per garantire la tutela dei cittadini". E sono stati davvero tanti i giovani che hanno ascoltato il dibattito moderato dal giornalista de L'Espresso, Enrico Bellavia al quale ha partecipato Tina Montinaro, moglie del capo scorta del giudice Falcone, Antonio, ucciso anche lui il 23 maggio 1992. La signora Montinaro si occupa per conto del ministero dell'Interno-Dipartimento di Pubblica Sicurezza , di "Mantenere costante, come recita il protocollo, la memoria dei caduti della polizia nei settori più attivi della società civile" e tra questi indubbiamente c'è la scuola. E poi con l'associazione "Quarto Savona Quindici" di cui è presidente, la signora Montinaro, è sempre in prima linea per affermare i valori di legalità."
Per me è importante stare sempre accanto alla Polizia di Stato e al direttore Vallone - esordisce Tina Montinaro-  e ringrazio  per avermi voluto accanto in  questo progetto. Credo che se facciamo un buon lavoro con i giovani riusciamo a risollevare questa città tanto martoriata dalla mafia. E poi devo dire che sono tante le emozioni nello stare qui, nell'aula bunker dell'Ucciardone, dove si è scritta un importantissima pagina di storia nella lotta a Cosa nostra.Oggi la vediamo affollata di giovani, della società civile, che ha dimostrato negli anni la voglia di cambiare". 
Giornate costruttive che mirano a creare una sinergia con i giovani. "Noi dobbiamo aprire l'aula bunker- continua Tina Montinaro-così come altri luoghi istituzionali. Noi non siamo dei nemici,  ma siamo dalla parte dei giovani che hanno  davvero tanta voglia di cambiare". E ai giovani si è rivolto l'ex magistrato Giuseppe Ayala, che ha ricostruito dal punto legislativo la nascita del reato di associazione mafiosa, sottolineando il lavoro straordinario portato avanti con Giovanni Falcone negli anni del Maxi Processo. Un lavoro che negli anni ha visto la stretta collaborazione con gli organi investigativi, quali carabinieri e polizia. E per la Polizia di Stato era presente il Questore di Palermo; Leopoldo Laricchia che ha sottolineato come la criminalità nei momenti più difficili del Paese abbia cercato sempre di destabilizzare il contesto, un modo per non far affermare il diritto. Ecco che ancora adesso  rimane alta l'attenzione verso il fenomeno mafioso, ma accanto alle continue attività di indagine sul capoluogo e nella sua provincia occorre affiancare un'attività preventiva e di controllo del territorio. "E' necessario- sottolinea il questore Laricchia- garantire la presenza dello Stato, soprattutto in alcuni quartieri della città. E noi, come Polizia di Stato insieme ai colleghi della Guardia di Finanza e dei carabinieri lavoriamo in questa ottica per garantire la sicurezza". Una platea entusiasta e attenta che ha visto tra l'altro la partecipazione anche del Gruppo sportivo Fiamme Oro Taekwondo Palermo.
 Infine diversi giovani appartenenti ad alcuni licei si sono esibiti con un un brano musicale.
Si tratta degli allievi delle scuole:  Regina Margherita, Enrico Medi, l' Ernesto Basile e l'istituto I.S.Majorana  che hanno eseguito dei rap, dedicati rispettivamente alle figure del magistrato Francesca Morvillo, di Antonio Montinaro, di Vito Schifani e Rocco Dicillo.

Nessun commento:

Posta un commento