Crisi finanziaria degli Enti locali, l’Asael aderisce alla protesta Anci Cocchiara: “Invertire la rotta o per i Comuni è la fine”

“O la Regione e lo Stato centrale si rendono conto della necessità inderogabile di invertire la rotta oppure occorrerà costatare il collasso del sistema delle autonomie locali in Sicilia”. Così il presidente dell’Asael, associazione siciliana che raccoglie gli amministratori degli Enti locali, Matteo Cocchiara solidarizza e aderisce alla protesta promossa dall’Anci che giorno domani 3 novembre porterà i Comuni siciliani a Roma per segnalare l’impossibilità da parte degli enti di chiudere i bilanci. “I nodi stanno venendo al pettine. Da mesi – ricorda Cocchiara – la nostra associazione prova a porre in luce i temi oggetto del dibattito odierno. Ora non c’è più tempo da perdere”. Per il presidente dell’Asael un ruolo fondamentale in questa partita deve essere affrontato sia dalla Regione che dallo Stato centrale per le rispettive competenze.
“Occorre che l’Assemblea regionale siciliana e il governo della Regione - afferma - ripensino la legislazione ed il sistema della spesa nei confronti dei Comuni. In questa materia c’è stato un tempo in cui la Sicilia era l’avanguardia delle innovazioni ordinamentali. L’invito è quello di riprendere questo slancio già prima della fine della legislatura, attraverso la prossima manovra e poi con la riforma dell’Ordinamento degli enti locali. Se i Comuni sono in salute - aggiunge Cocchiara – la prima istituzione ad averne dei benefici è la Regione”. Dal lato dello Stato I problemi sono numerosi e sono sintetizzabili principalmente in due punti. Da una parte c’è l’impossibilità per i Comuni di chiudere i bilanci consuntivi e preventivi. Secondo le stime solo 152 Comuni su 391 hanno approvato il Bilancio di previsione 2021-2023 e solamente 74 Comuni hanno approvato il Consuntivo 2020 mentre oltre 100 Comuni sono in dissesto e strutturalmente deficitari. “Il fondo crediti di dubbia esigibilità - spiega il presidente dell’Asael -, prima di essere una morsa sulla capacità di spesa degli enti, è il peso principale che porta in disavanzo, in rosso, i risultati di amministrazione dei Comuni. Non è il solo accantonamento dato che lo Stato ne ha introdotto un altro che si calcola sulla base della capacità degli enti di pagare i debiti commerciali. Tutto questo porta all’efficienza contabile ma - chiosa Matteo Cocchiara - sacrifica i servizi e rende impossibile amministrare”. Il secondo punto riguarda invece le indennità dei sindaci. Il disegno di legge di bilancio nazionale ha infatti allocato nuove risorse per l’aumento dell’indennità dei primi cittadini. In Sicilia, però, la materia delle Autonomie locali è attribuita alla competenza esclusiva della Regione e così senza un’analoga previsione nella legge di stabilità regionale le fasce tricolori siciliane avranno un trattamento economico inferiore rispetto a quello dei loro omologhi nel resto del Paese. “Proprio su questi temi occorre che la nostra Regione – conclude Cocchiara – riprenda uno efficace slancio innovativo”.

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