Comune: il futuro di Musumeci ha portato il centrodestra a definire gli schieramenti per il suo scontro interno

di Giancarlo Drago
La poltrona di sindaco di Palermo, seppur piena di spine e con la prospettiva di una montagna di debiti e problemi enormi da affrontare, può essere condizionata dal futuro di Musumeci come ricandidato in autunno alla Presidenza della Regione ?
Centrosinistra e Cinquestelle, molto pragmaticamente, hanno piùomeno prontamente condiviso Franco Miceli e rinviato a tempo debito il problema della scelta del proprio candidato nella corsa a Palazzo d’Orleans, concentrandosi sulle imminenti amministrative dove puntano a succedere a Orlando. Magari profittando della confusione che regna ancora oggi dall’altra parte della barricata.
Il centrodestra invece su quella poltrona lontana rischia di perdere quella più vicina. Infatti, pur con tutti gli sforzi fatti da leader e partiti e persino un appello di Totò Cuffaro (che é l’unico ancora a non schierarsi apertamente), non riesce a trovare quell’unità che potrebbe significare vittoria a primo turno e nessun rischio da ballottaggio e astensionismo estivo.

Le posizioni si sono cristallizzate e la scelta di Carolina Varchi di ritirarsi ha finito per rendere ancor più definiti i due blocchi che vanno a scontrarsi in una sorta di primarie harakiri.

Francesco Cascio, volontario della prim’ora si trova adesso ad essere sostenuto, nel suo ticket con Alberto Samonà, da Forza Italia, Prima l’Italia (lista civica della Lega), NcI di Saverio Romano, Coraggio Italia di Toti e Autonomisti di Raffaele Lombardo.

Un blocco messo insieme abilmente dal presidente dell’ Ars e leader berlusconiano in Sicilia Gianfranco Micciché, che punta al pieno dei voti, ma che non basteranno probabilmente a vincere a primo turno, come invece sarebbe stato probabile con il centrodestra unito.

Il secondo blocco é guidato dall’ex rettore dell’Università degli Studi di Palermo,Roberto Lagalla, autodefinitosi candidato civico, ma sostenuto dell’Udc di Cesa e dall’appoggio espresso adesso da Fdl e già prima da Italia Viva, che aveva sacrificato il proprio candidato, il senatore Davide Faraone.

Ai due blocchi, oltre ai prevedibili scontenti di come vanno le cose all’interno del proprio partito, mancheranno anche i voti di Totò Lentini, capogruppo all’Ars dei Popolari e Autonomisti che continua comunque la sua corsa solitaria supportato da due liste “Alleanza per Palermo” e “Palermo città europea”.

Nessun commento:

Posta un commento