Relazione della Dia. A Palermo "patto" tra mafia e i nigeriani che controllano il mercato della droga

Presentata alle Camere la relazione semestrale della Dia. Ecco quanto emerso sulla Sicilia. Riguardo all’architettura della realtà mafiosa non risultano variazioni in quanto la città di Palermo continua a essere suddivisa in 8 mandamenti, composti da 33 famiglie e la provincia ancora strutturata in 7 mandamenti, composti da 49 famiglie. Questo è il quadro generale. Ecco che scendendo nel dettaglio piano piano si consolidan i rapporti tra le famiglie mafiose "autoctone" e la così detta mafia nigeriana.
"Rappresentano un 'quid novis' i rapporti con le mafie nigeriane, soprattutto nella città di Palermo dove i sodalizi centrafricani sembrano aver acquisito un vantaggio competitivo nel settore degli stupefacenti. I 'cults' nigeriani sono in grado di governare l'offerta e la domanda, i flussi di sostanze stupefacenti e soprattutto i cospicui proventi derivanti da un mercato che si conferma tuttora fiorente nonostante la pandemia".
La droga continua a rappresentare "la principale forma di arricchimento" e nemmeno "la pressione estorsiva sembra essersi attenuata: l'indole parassitaria di Cosa nostra continua a rappresentare un 'fondamentale' irrinunciabile della mafiosita' anche in una contingenza economico-finanziaria fortemente condizionata dalla crisi conseguente alla diffusione della pandemia da Covid-19".

Cosa nostra, e più in generale la criminalità organizzata di tipo mafioso, "riesce a realizzare un controllo diffuso e capillare sul territorio di competenza nel mercato legale dei giochi e scommesse online" e si conferma capace di "colmare ogni forma di vuoto dello Stato in ragione di una solida attitudine a sfruttare le debolezze e a speculare su aziende e comunità in difficoltà. La crisi pandemica aggravando una crisi economica e sociale risalente nel tempo avrebbe favorito la crescita del consenso soprattutto nelle aree più povere della Sicilia. Il 'welfare state' mafioso capace di assicurare posti di lavoro presso aziende a attività commerciali sottoposte a estorsione, impieghi nella filiera criminale dello spaccio di sostanze stupefacenti e distribuzione di generi alimentari in favore di famiglie in difficoltà, rappresenta oggi il miglior investimento possibile delle mafie per garantirsi in futuro il perpetuarsi del controllo sociale e territoriale".

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