Catania, funerali di Elena. Arcivescovo: "Non augurate il tormento alla madre. Non insegnate la violenza delle parole sui social o sui muri"

E' giunto nella cattedrale di Catania accolto da un applauso e da un volo di palloncini bianchi il feretro della piccola Elena Del Pozzo, la bimba di 5 anni uccisa dalla madre, Martina Patti, che ha confessato il delitto e che si trova in carcere.
Ad attendere il carro funebre circa trecento persone e sul sagrato una decina tra corone e cuscini di rose bianche, gialle, rosa e arancione.Piazza Duomo e le aree intorno sono transennate e la zona è presidiata da polizia di stato, esercito e protezione civile. Le esequie sono vietate a telecamere e macchine fotografiche per disposizione del questore. I funerali sono trasmessi in diretta sul profilo Fb e sul canale YouTube dell'Arcidiocesi. Sono migliaia le visualizzazioni e i commenti alla diretta su Fb.
L'entrata nella cattedrale della piccola bara bianca con sopra fiori bianchi è stata accolta da un lungo applauso delle persone che si sono alzate in piedi.Presenti i familiari di Elena e il padre Alessandro Del Pozzo in chiesa con la nuova compagna.Ad officiare il rito funebre l'arcivescovo metropolita di Catania Luigi Renna, che ha pregato appoggiando la mano sulla piccola bara. Nella cattedrale catanese anche il sindaco di Mascalucia Vincenzo Magra, di Tremestieri, Santo Rando, il vicesindaco di Pedara Francesco Laudani, il sindaco di San Giovanni La Punta, Nino Bellia. L'arcivescovo in apertura dell'omelia ha detto: "Tutti noi, come giudici, siamo pronti a lapidare sempre qualcuno che ha sbagliato.Ho letto su un muro della città una frase che chiedeva riposo eterno per Elena e tormento eterno per la sua mamma.Non credo che la piccola Elena sarebbe d'accordo con quelle parole, come ogni bambino".
L'arcivescovo ha letto il brano del Vangelo secondo Marco, ha esortato i genitori a "non insegnare la violenza delle parole ai figli, né sui social, né sui nostri muri già abbastanza sporchi. Perché un bambino non è capace di concepire vendette, sedie elettriche, patiboli mediatici e, se impara queste cose, le impara da noi".Citando le parole di un pedagogista polacco, Janusz Korczak, morto nel campo di concentramento di Treblinka con i bambini orfani che aveva raccolto nel ghetto di Varsavia, monsignor Renna ha invitato gli adulti ad alzarsi "sulle punte dei piedi, per stare all'altezza dei bambini. Quando non mettiamo al centro i piccoli, perdiamo il metro per giudicare ciò che è importante.Ed ecco bambini contesi, barattati nella loro dignità e nei loro diritti, resi ostaggio dalla nostra incapacità d'amare. Basta con queste violenze. I figli sono 'pezzi di cuore', come si dice popolarmente. Ferire un bambino è la cosa più terribile che possa accadere a una mamma, a un papà, a un adulto. Cari adulti tenete fuori i bimbi dai vostri conflitti. Ci sono altre strade da percorrere, molto più sicure per la gioia di tutti, per vedere ritornare il sorriso sul volto dei piccoli: il dialogo, il perdono, l'umiltà di chi vuol riparare, saper uscire in punta di piedi dalla vita dell'altro, con rispetto e con la mitezza".


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