Protocollo Zeus tra questura e la coop "Nuova Generazione". Puntare sulla prevenzione con un percorso rieducativo per gli uomini maltrattanti

di Ambra Drago
A Palermo è stato firmato il "Protocollo Zeus" tra la Questura e la  cooperativa “Nuova Generazione” rappresentata dalla dott.ssa dott.ssa Laura Maria Rotolo. In particolare questo protocollo consente ai soggetti autori di reati di atti persecutori e di violenza domestica, destinatari di un provvedimento di ammonimento del Questore, di intraprendere, qualora volessero, un percorso orientato all’acquisizione della consapevolezza del disvalore penale delle azioni commesse. E in occasione della firma, avvenuta nella sala Bignone dell'edificio di piazza Vittoria abbiamo sentito il questore Leopoldo Larichhia sulla valenza di questo atto. "Questo protocollo che è già stato attivato in altre città italiane, il suo inizio a Milano ed è un indicazione ai soggetti che noi ammoniamo in quanto a seguito di un'istruttoria sono persone che hanno maltratto o la compagna o il partner e viene data la possibilità di rivolgersi a un centro di recupero. Una facoltà che viene permessa. E' un sistema che anche negli Stati Uniti è stato adottato per anni. Noi qui stiamo facendo qualcosa che aiuti al recupero pur rimanendo prioritario sempre la difesa della vittima. Cerchiamo di vedere il problema anche da parte dell'autore del reato. Se noi lo aiutiamo ad uscire dal tunnel aiutiamo la vittima a recuperare la serenità. Si cerca quindi di evitare la reiterazione del reato".Un meccanismo quindi che agisce in fase preventiva proprio per evitare che successive condotte sfocino nella commissione di reati che spaziano dallo stalking ai casi di violenza domestica. "Sulla base dell'esperienza della Questura di Milano in diverse città italiane è stato stipulato questo Protocollo Zeus- sottolinea Rosaria Maida- primo dirigente della Polizia di Stato alla guida della Direzione Anticrimine della Questura di Palermo- rivolto agli uomini maltrattanti. E' un percorso su base volontaria. Si scriveranno nel provvedimento di ammonimento da parte del Questore ( così come previsto dalla normativa nell'art. 3 comma 5 bis della l. del 14 agosto 2013 n.93) anche i servizi presenti sul territorio a cui il soggetto ammonito deve rivolgersi. Un passaggio importante perchè ci si è resi conto che questo fattore possa influenzare sulle recidive. Non basta solo il monito a non compiere l'atto ma è importante che il soggetto non reiteri e abbia un supporto. Tutto ciò è previsto da un piano per le violenze 2021-2023 nel quale al punto g viene puntualizzato questo fattore nella fase preventiva così come prevista dalla Convenzione di Istambul". Ecco l'importanza di un percorso del genere che viene messo in atto in centri per il recupero idonei e dotati di equipe specializzate. Come accade nel caso dell'unico centro del palermitano, la "Nuova Generazione" che conta altre due sedi a Bagheria e a Catania."La cooperativa è un ente che opera dal 1982 offrendo diversi servizi dedicati a disabili, anziani, minori, donne abusate e maltrattate e dal 2016 anche per il sostegno e cura di uomini maltrattanti ci spiega Anna Amoroso- coordinatrice del Centro d'ascolto Sostegno e Cura per uomini maltrattanti gestito dalla Cooperativa la "Nuova Generazione". La scelta di prendere in carico i maltrattanti nasce dal fatto che dopo aver lavorato per molti anni con le donne maltrattate, ci siamo resi conto che dovevamo andare all'origine e bisognava trattare il tema anche dall'altra parte. Il nostro lavoro non vuole essere uno sconto di pena bensì un modo per prevenire la violenza per non arrivare all'apice. L'accesso al centro può avvenire anche volontariamente senza la necessità di un provvedimento del tribunale. L'uomo può voler percorrere la strada del cambiamento. E' pur vero che con la legge sul "Codice rosso" spesso veniamo contattati dai legali per avviare un percorso di psicoterapia per l'uomo maltrattante e l'iter si avvia con una segnalazione e un primo colloquio. Questo viene effettuato dai nostri psicologi e psicoterapeuti che sono il (dott. Ferrara, la dott.ssa Arena e il dott. Piastra) e da li viene avviato un percorso che dura non meno di sei mesi e che si conclude con una relazione. Noi collaboriamo non solo con la Questura ma con l'ufficio di esecuzione penale esterna dove abbiamo avviato diversi progetti come quello "Non curarti di me curati tu". Laboratori di gruppo con uomini che hanno agito violenza che aiutino gli uomini a prendere consapevolezza, in modo da renderli migliori e di cambiare la vita delle loro compagne, mogli e dei loro figli".

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