"Trent'anni di cammino, su la testa!" dopo le Stragi. Il percorso della città negli scatti del fotoreporter Igor Petyx

Il fotoreporter Igor Petyx con i suoi scatti
nella mostra "Trent'anni di cammino, su la testa!"

di Ambra Drago
A cinque, sei anni prende in mano una macchina fotografica e non la lascia più. Questo è Igor Petyx, fotoreporter ormai dalla carriera ventennale. Figlio d' arte, suo padre Gigi (scomparso il 28 giugno) è stato un grande fotoreporter del giornale L'Ora prima e poi del Giornale di Sicilia. Abbiamo chiesto a Igor Petyx qual è stato un insegnamento lasciatogli da suo padre e lui senza esitazione ha dichiarato: "Non si torna mai senza nulla mi diceva. Mi ha insegnato la caparbietà e il portare a casa un risultato senza mai arrendersi". E si perchè fare il fotoreporter significa consumare le scarpe, correre da una zona all'altra della città e attendere ore anche per uno scatto. Un pò come è accaduto a Igor Petyx l'11 aprile del 2006 quando venne catturato, dopo 43 anni di latitanza, il boss Bernardo Provenzano."Siamo stati cinque ore ad aspettare l'uscita davanti alla Mobile. C'era anche mio padre abbiamo ricevuto una telefonata e ci siamo avviati, ricordo anche che quel giorno pioveva. C'erano le transenne a delimitare l'area e per la prima volta tantissima gente li ad applaudire i poliziotti. Ecco feci quello scatto frontale all'uscita dalla Mobile ed è una foto alla quale sono molto legato".
Uscita dalla Squadra Mobile di Palermo del boss Bernardo Provenzano-11 aprile 2006

Si perchè lo scatto della cattura della Primula Rossa è inserito all'interno di una mostra dal titolo "Trent'anni di cammino su la testa" con i testi di Antonella Iacono. Venti scatti esposti "Al Fresco Giardino e Bistrot" di via Matteo Scalafani proprio a pochi passi dalla Squadra Mobile di Palermo e dalla Cattedrale, in pieno centro storico. "L'idea racconta Salvo Gravano curatore della rassegna "Rivoluzione e Evoluzione" di questa mostra era quello di creare un percorso con le foto che in questi trent'anni hanno caratterizzato l'atteggiamento delle persone e l'evoluzione storica, sociale in tema di reazione rispetto ad un tema come la mafia. In realtà l'idea non era quello di fare un percorso cronologico, sarebbe stato difficile racchiudere tutto in pochi scatti, bensì il filo conduttore e il significato profondo si racchiude all'interno della rassegna fotografica dal titolo "Rivoluzione e Evoluzione e che vede la collaborazione anche del blog www.palermofelicissima.it". Ebbene di fatto una rivoluzione c'è stata, non possiamo negarlo e possiamo dire anche che è ancora in atto". La persona che avrà modo di ammirare questi scatti si troverà di fronte a venti capolavori di cronaca vissuta sul campo, divisi idealmente in tre blocchi.
"Il punto di partenza, continua Gravano- è una foto dove campeggia sul muro la scritta "W la mafia e abbasso lo Stato" e da questa asserzione tutto il dolore e le vicissitudini legate a quel periodo e su come si viveva la mafia. Uno scatto racconta la carcerazione del piccolo Di Matteo passando per la risposta che arriva dallo Stato con l'arresto fra tutti di Provenzano sino ai nuovi arresti come quello di Leandro Greco. E poi gli scatti raccontano le reazioni delle piazze e un ringraziamento a chi rappresenta le istituzioni. Nella mostra c'è anche uno scatto che immortala i pubblici ministeri della Trattativa Stato-mafia che si abbracciano nel simbolo di condivisione.
 
Processo Trattativa Stato-mafia aula bunker carcere Ucciardone 
Un riferimento anche a coloro che negli anni si sono impegnati dal punto di vista della memoria e delle coscienze nel contrasto alla mafia. Uno scatto ritrae anche Rita Borsellino
(sorella di Paolo ucciso nella Strage di via d'Amelio insieme ai suoi agenti di scorta) con dei giovani sino ad arrivare alla speranza di un bambino a cavalcioni del proprio papà, con un mano il simbolo dell'agenda rossa del giudice ucciso nel luglio del 92'.Il viaggio emozionale continua anche con uno scatto dedicato a Felicia Impastato sino ad arrivare all'ultimo blocco dove prevale la partecipazione e la rivalsa. Una foto ritrae le navi della legalità, ma anche tanti giovani di Addio Pizzo con uno striscione o con la rappresentazione del simbolo associativo, per poi chiudersi con una foto diametralmente opposta come contenuti. Infatti questa volta sul muro c'è la scritta "Abbasso la mafia e W la legalità" .
Questi in breve sono alcune delle foto. Un viaggio emozionale, fatto di vita vissuta e di lavoro e impegno quotidiano, come ci racconta il fotoreporter Petyx."Queste occasioni ti fanno rendere conto del percorso che hai fatto nella tua carriera delle quali magari non hai mai avuto sino a questo momento contezza. Passo da un arresto a un servizio di cronaca bianca giornalmente e spesso sei preso dalla velocità e di momenti frenetici che non ti fermi a riflettere. Invece abbiamo tirato fuori questo materiale e mi sono reso conto realmente del percorso fatto". E in una ormai carriera ultra ventennale abbiamo chiesto al fotoreporter palermitano qual è stato e se c'è stato uno scatto che gli ha portato tanta fatica. "In realtà quando porti a casa un racconto attraverso l'immagine ed è questo la potenza di una foto sei così soddisfatto che ti dimentichi di tutto".
Esposizione dei venti scatti  "Al Fresco Giardino e Bistrot"
E la passione e l'alta professionalità di questo fotoreporter trapela tutta da questi scatti che raccontano trent'anni di rivoluzione e evoluzione di una città e della sua società civile che è sempre in cammino e che merita di essere immortalata.
All'interno dell'esposizione un immancabile omaggio e ricordo di Gigi Petyx con la presenza di suoi due scatti. La mostra sarà visitabile sino al 4 settembre.

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