Medaglia d’oro al Merito Civile alla memoria del Procuratore Scaglione. Prefetto:"Momento solenne per un magistrato il cui contributo è stato importante negli anni 70'"

di Ambra Drago
E' stata consegnata ai familiari del Procuratore Pietro Scaglione, la medaglia d’oro al Merito Civile alla memoria del Procuratore della Repubblica (assassinato da Cosa nostra insieme all'agente Lorusso il 5 maggio 1971 in via Cipressi). La cerimonia si è svolta a Villa Whitaker, sede della Prefettura di Palermo. A fare gli onori di casa il Prefetto, Giuseppe Forlani che ha dichiarato:"Un'occasione solenne. E' un ulteriore momento per riflettere sul contributo che questo uomo ha dato negli anni 70'. Una riflessione su quello che è stata ed è la mafia e il lavoro dell'antimafia. E' un impiego per tutti noi, al fine di non la guardia, riuscendo quotidianamente e in base al momento storico a cogliere anche i nuovi profili con cui la mafia si propone in Sicilia, in Italia e anche all'Estero". Partendo dall'assunto di come negli anni la mafia ha cambiato volto riuscendo a infiltrarsi nella pubblica amministrazione e nei tessuti economici sociali del territorio, abbiamo chiesto al Prefetto quanto è importante il potere di interdittiva antimafia a lui affidato. "Questa delle infiltrazioni è il filo che unisce in realtà tutti questi decenni. Possiamo richiamare nella storia anche l'assassinio del primo giudice, proprio il Procuratore Scaglione, all'inizio del cambiamento delle mafie. Infatti da una "organizzazione" rurale a una imprenditrice, senza sottovalutare gli affari nel mondo della droga o le infiltrazioni nel tessuto amministrativo proprio in riferimento al cosìdetto "sacco di Palermo".
"Le interdittive sono uno strumento importante - conclude il Prefetto di Palermo- e che va attualizzato rispetto alle modalità in cui la mafia tenta di entrare nelle attività legali. La mafia impedisce lo sviluppo,non solo mina le istituzioni democratiche ma mina il benessere del nostro Paese". Riflessioni attuali che non possono prescindere dalla passione civile e dall'impegno professionale di uomo del calibro del Procuratore Scaglione. Lo ha ricordato il Presidente della Corte d'Appello di Palermo, Matteo Frasca che ha detto: "Pensando all'incontro di oggi, voglio ricordare una frase di Voltare: "Il tempo è galantuomo". Dopo l'omicidio del 1971 si sono sollevate ombre inquietanti sulla figura di questo magistrato, si sono dette cose strane, soprattutto a livello istituzionale. In realtà credo che non ci sia stata la chiarezza che ci sarebbe dovuta essere. Ricordo che nel giorno delle esequie del Procuratore Scaglione, nessuna autorità pronunciò la parola mafia. Era un contesto in cui la Polizia, e il compianto Capo della Mobile Boris Giuliano, cercarono di ampliare la visuale e cogliere le dinamiche diverse , anche quelle che portarono all'omicidio di Scaglione. Ebbene la verità è che il Procuratore aveva capito che le indagini di mafia dovevano essere condotte sulla pubblica amministrazione. Mi sorprende ancora oggi la disattenzione che ci fu all'epoca e che ci volle Buscetta a restituire una mezza verità su quanto accaduto anche in quel 1971".
E non solo Buscetta ma anche delle intercettazioni sul Capo dei Capi, Riina svelarono la volontà di uccidere il Procuratore Scaglione ha sottolineato alla platea il Procuratore Annamaria Palma. Poi ha aggiunto come questa Medaglia restituisce il giusto valore non solo alla famiglia del procuratore Scaglione ma anche alla magistratura.

 
Un intervento sentito e profondo quello del presidente del Tribunale di Palermo, Antonino Balsamo che ha tracciato la figura di Scaglione e il suo impegno in magistratura."Parlare del procuratore Scaglione significa riscoprire e proiettare nel futuro una parte importante della nostra storia. Quel 5 maggio del 1971, è un momento drammatico in cui viene a delinearsi per la prima volta una strategia terroristica mafiosa che si traduce in un vero attacco al mondo della giustizia e dell'informazione. Ciò che avevano intuito due grandi siciliani come Francesco Renda e il giudice Paolo Borsellino. Renda scrive di una continuità tra il modus operandi della mafia nell'immediato dopoguerra e l'omicidio di Scaglione.Come vi fosse una ripresa del terrorismo mafioso. E poi ci sono le parole di Borsellino che spiegò come negli anni 70' la mafia eliminò sistematicamente gli investigatori che avevano intuito qualcosa, le cosche sapevano che erano isolati e che lo Stato non era in grado di proteggerli.Cosa che successe al Procuratore Scaglione e all'agente Lorusso Uno scenario che viene delineato in un documento giudiziario qual 'è la sentenza di primo grado del Maxi Processo. In quel caso Antonino Calderone parlò di un disegno terroristico eversivo in cui si inquadrava proprio l'omicidio Scaglione insieme alle bombe collocate dal boss di Resuttana, Francesco Madonia, contemporaneamente in più uffici pubblici, all'attentato dell'onorevole Angelo Nicosia e la scomparsa di De Mauro. Questo è un attacco allo Stato e alla società civile, conclude il Presidente Balsamo, è anche l'inizio di un percorso storico di una nuova magistratura anticipato dal Procuratore Scaglione in alcuni aspetti importanti che poi troveremo in una serie di eroi civili che hanno raccolto la sua eredità ideale. Ecco gli aspetti si possono sintetizzare in quattro punti : il contrasto alla mafia come sistema di potere, l'impegno per per le riforme con gli altri poteri dello Stato, il garantismo a 360 gradi e la responsabilità sociale della giustizia. Questi profili furono pienamente anticipati dall'azione e dall'impegno del grande Procuratore Scaglione".Un intervento salutato da un lungo applauso in una cerimonia che ha visto la partecipazione dei familiari del Procuratore. In prima fila i figli del Procuratore Scaglione con le loro rispettive famiglie e il nipote del magistrato, il giornalista Pietro Scaglione che porta il nome dell'amato nonno.Insieme a loro le alte cariche istituzionali della città, tra questi il questore di Palermo, Leopoldo Laricchia, il Comandante provinciale dell'Arma dei Carabinieri, Giuseppe De Liso, per citarne alcuni e il vicesindaco Carolina Varchi.

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