Regione: Schifani con maggioranza risicata, Micciché sfasciatutto e Cateno De Luca se la ride

di Giancarlo Drago
Nel giorno in cui finalmente il Governo viene ufficializzato e seppure con troppo ritardo può iniziare a lavorare, dictat romani e malumori interni ai partiti fanno temere giorni bui.
Il presidente Renato Schifani si é dovuto arrendere a Lollobrigida, potente ministro nonché cognato della premier Meloni, inserendo in Giunta quegli esterni che aveva dichiarato più volte di non volere.

Così hanno fatto ingresso Elena Pagana, la più giovane con i suoi 31 anni nonché moglie dell’ ex Assessore alla Sanità Razza e Francesco Scarpinato, caro all’ex Presidente Musumeci, tagliando i previsti Giorgio Assenza e Giusi Savarino, non certo contenti. Ma é proprio dai suoi compagni di partito che giungono adesso i maggiori pericoli per la governabilità da parte dell’ex Presidente del Senato. Infatti Gianfranco Micciché, sconfitto politicamente su tutta la linea, dopo il rifiuto di una comoda pensione parlamentare romana, gioca a spaccare il gruppo e dichiara guerra a Schifani arrivandolo a definire peggio di Musumeci. Il che non é davvero poco. Nascono così all’ Ars due Gruppi di Forza Italia, dichiarati con poca fantasia 1 e 2. In uno il capogruppo é proprio Micciché e ne fanno parte 4 parlamentari, che al momento del voto potrebbero “tradire” Schifani. E la maggioranza diverrebbero di appena 36 su 70. L’altro Gruppo, guidato da Stefano Pellegrino, é composto da nove deputati, da considerare leali. A questo punto Schifani potrebbe chiedere un sostegno esterno come quello del gruppo di Cateno De Luca, che polemiche e insulti a parte, ha dimostrato di essere una realtà politicamente e numericamente consistente e compatta. Per il neo Presidente della Regione vale sempre più l’antico motto: “Dai nemici mi guardi Dio, che dagli amici mi guardo io”.

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