“Comprendiamo la posizione del commissario – sottolineano Bartolo e Gualmini- ma non possiamo che rimarcare la gravità della situazione. Il programma di ricerca della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo è sicuramente una notizia apprezzabile ma ci preoccupa il fatto che non sia stata stabilita una data precisa di consegna di questo studio. È fondamentale che i risultati arrivino nel più breve tempo possibile per non arrecare altri danni all’ecosistema marino e al settore della pesca nell’Adriatico e per avviare interventi a salvaguardia dell’ambiente e delle attività economiche”.
La specie alloctona del Granchio blu originaria dell’oceano Atlantico occidentale sta danneggiando le aree di Goro e Comacchio, dove si concentra oltre il 40% della produzione di vongole europea e, più in generale, le coste di Emilia-Romagna, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
“I danni sono soprattutto all’ecosistema marino del Mar Adriatico – avevano sottolineato nell’interrogazione Bartolo e Gualmini - con conseguenze nefaste sull’economia ittica e la filiera alimentare e turistica”. E chiesto alla Commissione europea se “alla luce di ciò e per evitare ulteriori conseguenze negative non intendesse derogare all'art.13 del regolamento (CE) n. 1967/2006 in modo da permettere l’impiego di attrezzi attivi trainati entro la distanza di tre miglia nautiche”, sottolineando che questa “pare essere l’unica via per contrastare la diffusione del granchio blu”.
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