Da Padula a Palermo. Ricordato Joe Petrosino il primo poliziotto italo-americano ucciso dalla mafia. "Un'investigatore dalle grandi intuizioni, icona di legalità"

di Ambra Drago
Joe Petrosino, il primo poliziotto ucciso dalla mafia il 12 marzo 1909 è stato ricordato nella centralissima piazza Marina dove si trova una targa in suo ricordo. La cerimonia è stata organizzata dall'Istituto Superiore per la Difesa delle Tradizioni di concerto con l'Associazione internazionale Joe Petrosino e con l'omonima che opera in Sicilia. Il poliziotto originario di Padula in provincia di Salerno, nel 1905 organizzò una squadra, l'Italian Branch, per contrastare la Mano Nera, un'organizzazione mafiosa che gestiva il racket a New York. Il suo ricordo viene portato storicamente avanti dall'Associazione internazionale che porta il suo nome e che si trova nella città Campana. "La nostra associazione è nata nel 1999 sottolinea Pasquale Chirichella, Presidente dell'Associazione Internazionale Joe Petrosino di Padula - su spinta del pronipote Nino Melito Petrosino e un gruppo di altre persone che hanno voluto rendere omaggio a questo illustre poliziotto. poi successivamente è nata l'associazione Joe Petrosino America e successivamente quella Sicilia. Noi ci occupiamo di legalità, quella americana si occupa di azione e quella siciliana porta avanti la memoria post mortem. Noi lavoriamo molto con i giovani. Io la settimana scorsa ho ricevuto il prestigioso premio Livatino e ho detto una frase che ho fatto mia (ma che disse Goethe e Calamandrei) ovvero dove la "legalità è libertà". Dico ai giovani di studiare perchè la Cultura apre le porte del mondo. Rispettando le leggi si diventa persone civili e libere".
 Alla cerimonia di questa mattina ha partecipato il pronipote di Petrosino che sottolinea:" Io dal 1974 racconto la storia di Petrosino girando le scuole, le università e in Italia dal 1991. Oltre al ricordo che non dev'essere fino a se stesso bisogna trasmettere l'esempio di questi nostri eroi. Mio nonno, fratello di Joe Petrosino, ha conosciuta questa pagina di storia. E diceva sempre: "l'albero si piega quando è piccolo" bisogna che il ostro impegno sia diretto ai giovani affinchè metaforicamente l'albero cresca in modo sano". Abbiamo chiesto anche al pronipote di Petrosino l'emozione nel trovarsi in questo luogo. "Le dico subito, conclude Nino Melito Petrosino, 115 anni sono uguali a 115 giorni, per la ragione che le intuizioni di Petrosino sono ancora applicate dalle nostre polizie". Intuizioni investigative negli anni in cui il reato di associazione mafiosa non era nemmeno ipotizzabile così come ha raccontato l'assessore alla Cultura Cannella presente alla cerimonia in rappresentanza del Comune di Palermo.
 " Fu ucciso da una Cosa nostra ante litteram e soprattutto è stato il primo investigatore a utilizzare metodi di indagine che hanno fatto scuola. Aveva capacità di studiare dall' interno dei meccanismi criminali. Era una criminalità che andava consolidandosi. Petrosino un investigatore arguto ma anche la voglia di riscattare il nome degli italiani all'estero. Aveva un senso di giustizia che lo permeava e lo spingeva a andare avanti". Alla lunga mattinata di ricordo era presente anche l'Associazione Internazionale Joe Petrosino della Sicilia con il suo Presidente Giuseppe Lo Giudice:" Per noi è un'icona della legalità. Noi lo ricordiamo con grande ammirazione e gratitudine per la sua lotta alla mafia. Nonostante siano trascorsi oltre cento anni dalla morte noi continuiamo a ricordarlo perchè con lui si può dire si affermano i principi della legalità e del diritto". 
Presenti nel ricordo anche il vicepresidente dell' Associazione Internazionale Joe Petrosino della Sicilia, l'avvocato Pierluigi Matta e Caterina Di Chiara che attualmente svolge le funzioni di segretaria dell'Associazione e più volte ha fatto parte della delegazione siciliana alle manifestazioni americane, come ad esempio il "Columbus Day" di New York.
Visibilmente emozionata la dott.ssa Wanda Fabbri Trapani- Presidente dell'Istituto Superiore per la Difesa delle Tradizioni Roberto Trapani della Petina che porta avanti il ricordo del poliziotto qui a Palermo da 40 anni come ci racconta. Infatti la stessa targa sul luogo dell'eccidio fu  stata voluta da Roberto Trapani della Petina e il logo dell'istituto Superiore della Difesa delle Tradizioni è posto vicino al quello del Comune aggiunge la Presidente Fabbri. "Il nostro impegno continua. E il nostro fondatore del nostro Istituto Superiore per la difesa delle tradizioni si è occupato di memoria. E in questa città c'è un percorso di memoria grazie a lui. In particolare ricordiamo il Giardino della concordia dove c'è anche un'aiola dell'intuizione dedicata a Joe Petrosino. Ma la prima aiola è quella della pace dedicata ai martiri per la civiltà. Per quanto riguarda Petrosino c'è un legame particolare del nostro fondatore con lui, sino a ieri abbiamo incontrato 450 studenti del Don Bosco e domani saremo al Volta e Nino Melito Petrosino con i suoi racconti li conquista. E siamo felici di continuare l'operato di Roberto Trapani della Petina che è stato il primo che qui a Palermo volle commemorare Petrosino che era stato dimenticato. Mentre adesso questa cerimonia è un patrimonio di questa città". E il ricordo di questo grande poliziotto è avvenuto anche attraverso le parole del Comandante del 4° Reparto Volo della Polizia di Stato, il primo Dirigente il dott. Antonio Molinaro invitato a intervenire dai Presidenti delle Associazioni dedicate al poliziotto campano.

"Molte volte sono passato da qui racconta il Comandante e Primo Dirigente della Polizia di Stato, Molinaro, e mi sono soffermato dinanzi questa targa che ricorda il sacrificio di questo grande investigatore. E noi da poliziotti, e sono orgoglioso di vestire questa divisa, siamo legati alla sua figura anche i miei colleghi americani lo ricordano. E' giusto ricordare Petrosino così come tutti gli altri martiri della mafia. La Campania e la Sicilia sono due regione straordinarie. Tra l'altro i miei genitori sono originari della Campania e il legame tra queste due terre è incredibile. Ci sono diversi punti in comune. Ovviamente ci sono aspetti positivi e negativi e quest'ultimi dobbiamo continuare a contrastarli. Grazie a tutti voi per l'invito, per me è stato un onore".
Tanti gli stendardi presenti alla cerimonia, tra questi quello dell'Associazione Polizia di Stato sezione di Palermo e dell'Istituto per la Difesa delle Tradizioni con la Presidente Fabbri e quello dell'I.P.A. (International Police association sezione italiana) e in particolare il comitato locale di Palermo con il Presidente Castrense Ganci.

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