Tracciare il ritratto di Praga significava allora, per Kundera, riportare alla luce un’Atlantide inabissata, salvare una visione del mondo renitente a "identificarsi con la Storia" e ad "attribuire ai suoi spettacoli serietà e senso". Ma noi lettori non potremo fare a meno, oggi, di riconoscere in quel ritratto, attraversato da un fremito di commossa nostalgia, un affascinante autoritratto, che rivela, meglio di qualunque saggio critico, la genealogia segreta da cui scaturisce l’opera di Kundera. Dentro al suo laboratorio ci conduce anche Ottantanove parole, un dizionario personale nato nel 1985 dall’esigenza, per lui che ancora scriveva in ceco ma pensava ormai a come ogni frase sarebbe suonata in francese, di chiarire al nuovo pubblico le "parole-chiave", le "parole-insidia", le "parole d’amore" attorno alle quali erano costruiti i suoi romanzi e tuttora essenziale per chi li ami e voglia conoscerli meglio. Presenteranno l'inedito di Kundera Piero Violante e Ignazio Romeo.
L'ingresso è gratuito ma fino ad esaurimento posti.
I prossimi appuntamenti:
Il 22 maggio, a Palazzo Bonocore, 17.30, Tea Ranno presenta “Avevo un fuoco dentro”(Mondadori). Il 30 maggio, sempre alle 17.30, la giornalista Eliana Liotta presenta, a Palazzo Bonocore “La vita non è una corsa” (La Nave di Teseo). La rassegna si concluderà il 5 giugno, alle 17.30, con Giuseppina Torregrossa che presenterà al Salinas il suo nuovo romanzo “Stivali di velluto” (Rizzoli).
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