DDL all'Ars sul riconoscimento e la tutela della lingua siciliana

Nella giornata di ieri, 16 maggio 2025, è stato presentato all’Ars un Ddl Voto sul riconoscimento della lingua siciliana, promosso dai deputati Lombardo, Di Mauro, Carta e Balsamo del gruppo parlamentare Popolari e Autonomisti. Il disegno di legge arriva all’Ars, su proposta del movimento Trinacria e dell’associazione Cademia Siciliana, a seguito della manifestazione del 30 marzo e della conferenza internazionale del 31 marzo: due eventi che hanno riportato all’attenzione pubblica e politica l’importanza della tutela e del riconoscimento della lingua madre della Sicilia.
Anthony Graziano, portavoce di Trinacria ha dichiarato: «Oggi si compie un passo importante per la nostra lingua, per chiedere che il siciliano venga riconosciuto nella sua dignità e valore. La nostra lingua è un patrimonio che non possiamo permettere di vedere scomparire. Chiediamo a gran voce che venga inserita nel quadro giuridico come lingua ufficiale accanto all’italiano, per garantirne la sopravvivenza e la trasmissione alle future generazioni. La lingua siciliana è l’essenza della nostra cultura, della nostra storia, della nostra identità. Siamo determinati a fare in modo che venga tutelata e valorizzata come merita».
Il Ddl di iniziativa parlamentare si propone di ottenere dalla Repubblica, in attuazione dell’articolo 6 della Costituzione, il riconoscimento della lingua siciliana quale idioma identitario della Sicilia e l’inserimento del siciliano tra le minoranze linguistiche riconosciute dalla Legge del dicembre 1999, n.482 e successive modifiche ed integrazioni, cosicché possano trovare attuazione le disposizioni di tutela riconosciute ai sensi dell’articolo 2.
Paul Joseph Rausch, co-fondatore di Cademia Siciliana, commenta: “Questo non è un traguardo, ma solo l’inizio di un percorso intergenerazionale per garantire che le future generazioni di Siciliani abbiano la stessa opportunità che abbiamo avuto noi di diventare bilingui, fornendo loro gli strumenti e l’esposizione necessari per far nascere una nuova generazione di parlanti nativi di siciliano. Nonostante la nostra ampia autonomia ci consenta di attuare molte di queste proposte a livello regionale, auspichiamo una rapida approvazione a Roma, così da poterci unire ai nostri partner in Sardegna e nel Friuli-Venezia Giulia e intraprendere finalmente quel cammino che loro hanno aperto nel 1999”.
Un percorso che ha visto il coinvolgimento di Salvatore Lentini già promotore dell’esistente legge 9/2011, che afferma: “Si da seguito alla Legge regionale 9/2011 (patrimonio linguistico) di cui sono primo firmatario. Ieri è stata depositata dai deputati dell’MPA la proposta di legge voto per il riconoscimento della lingua siciliana. Ultimo atto per dare la giusta riconoscenza alla lingua siciliana autoctona. Ci auguriamo che il parlamento nazionale dopo il voto del parlamento regionale accolga la proposta”.
L’iter istituzionale e politico sta pure avendo seguito all’interno dei consigli comunali siciliani, dove è attualmente in via di deliberazione un manifesto di intenti e impegni per il riconoscimento del siciliano.
I comuni che al momento hanno sottoscritto il manifesto sono: Alimena, Blufi, Bompensiere, Cassaro, Cinisi, Collesano, Licata, Montedoro, Montelepre, Montemaggiore Belsito, Mussomeli, Petralia Soprana, San Biagio Platani, San Cataldo, San Cipirello, Santa Cristina Gela, Serradifalco.

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