Anfp:In memoria del Commissario Giuseppe “Beppe” Montana: la lotta ai latitanti oggi come ieri

"Il 28 luglio 1985, sul porto di Porticello, veniva assassinato il Commissario Giuseppe “Beppe” Montana, dirigente della sezione Catturandi della Squadra Mobile di Palermo. Non era una vittima qualunque della mafia: era un uomo dello Stato che dava la caccia ai boss latitanti con rigore, intelligenza investigativa e un senso altissimo del dovere. È stato ucciso mentre rientrava da una giornata di mare, senza scorta, colpito perché aveva colpito. Montana non inseguiva l’idea generica di legalità. Seguiva tracce, nomi, movimenti, relazioni. Contribuì in quegli anni all’arresto di esponenti chiave di Cosa Nostra e alla disarticolazione di reti mafiose che ritenevano di poter contare sull’invisibilità della latitanza. In un’epoca senza intercettazioni digitali e senza tracciabilità diffusa, la sua sezione riuscì a colpire duramente l’architettura di potere criminale, dimostrando che la latitanza non è mai un rifugio inviolabile.

Oggi, ricordando Montana, vogliamo rilanciare l’importanza strategica della funzione che dirigeva, perché la caccia ai latitanti non è un aspetto marginale del contrasto alla criminalità organizzata: ne è uno snodo centrale.

Molti latitanti, soprattutto mafiosi, non si nascondono soltanto: continuano a comandare, a dare ordini, a far uccidere, a gestire affari. Catturarli significa disarticolare il potere criminale residuo e prevenire nuove attività illecite.

Ogni arresto rafforza la credibilità dello Stato: mostra che nessuno sfugge alla giustizia, che la legge vale anche per chi ha mezzi, coperture e silenzi.

Ogni latitante catturato è un segnale concreto rivolto alle vittime e ai loro familiari: lo Stato non dimentica, lo Stato arriva.

Il miglior modo per ricordare Beppe Montana è proteggere la funzione che pagò con la vita. Non basta celebrarlo: bisogna sostenere la sezione “Catturandi”, investire nella formazione investigativa, assicurare continuità a un lavoro oscuro ma determinante per la tenuta democratica del Paese.

Beppe Montana è stato ucciso perché era efficace. Efficace come dev’essere oggi ogni Stato che vuole dirsi credibile.

L’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia rinnova il proprio impegno per far sì che la sua eredità professionale e morale resti viva, concreta, operativa. La memoria è dovere, ma anche spinta all’azione.

Così in una nota Enzo Letizia Segretario dell’Associazione Nazionale Funzionari di Polizia".

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