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Bagheria, sulla dinamica della morte della pallavolista tanti punti oscuri. Un giovane portato in caserma per il prelievo del dna
Uno dei ragazzi che hanno partecipato alla festa in piscina nella villa di via Sant' Isidoro a Bagheria, organizzata da due neo-laureati, durante la quale è morta la ventenne Simona Cinà, è stato portato in caserma per il prelievo del dna. Nella villa in cui si è svolto il party sono state trovate tracce di sangue, ma il giovane ha raccontato di aver dato un calcio per lo choc dopo aver saputo della tragedia e di essersi ferito. Ma rimangono tanti punti oscuri su quello che è accaduto nell' arco temporale dalle ore 4 del mattino alle 5 come ha affermato il legale della famiglia Ciná, Gabriele Giambrone. Nella villa ci sarebbero stati almeno 80 ragazzi e nessuno avrebbe visto cadere in piscina la giovane pallavolista. Poi la posizione in cui è stata trovata la ragazza, ovvero a pancia in su ed è una posizione che escluderebbe l' annegamento. Poi non sarebbero stati trovati alcolici."Mi pare strano ha sottolineato l' avvocato" . Basta pensare che nell'invito mandato agli ospiti su wathsapp si garantiva 'ci teniamo a tenervi idratati' con accanto simboli di alcolici. Eppure quando siamo arrivati c'erano solo sacchi di plastica con bottigliette di acqua vuote dentro". "Simona era una salutista - conclude - attentissima all'alimentazione, non beveva. Cosa le è successo?". Solo l' autopsia potrá dare qualche elemento in più alle indagini che sono condotte dai carabinieri di Bagheria.
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