"Per-donarsi" è il sottotitolo dell'VIII edizione della Rassegna, il primo appuntamento il 4 ottobre con "Lettere d'amore". Gli spettacoli in programma sono sei, tutti ad ingresso gratuito su prenotazione
Al teatro Sant’Eugenio – Direzione artistica Pupella si rinnova l’appuntamento con il festival di teatro contemporaneo Pubblic-Azione, giunto alla sua VIII edizione che, quest’anno, ha il seguente sottotitolo: “Per-donarsi”. Gli spettacoli in rassegna sono sei ed andranno in scena dal 4 al 30 ottobre, con inizio alle ore 21 e alle ore 17.45 se in programma la domenica. La direzione artistica è a cura di Marco Pupella. Ingresso libero su prenotazione al numero 091 6710494.
"Il teatro come rifugio. Il teatro per cancellare ciò che non ci piace. Il teatro per perdonare e donarsi, per raggiungere la pace. La pace interiore che si nutre dei costanti tormenti personali che alla fine sono vita. I tormenti personali che si annullano quando sovrastati da pensieri di guerra, la guerra che stermina, che colpisce senza mirare, che non fa eccezioni... E tutto pare vano, piccolo, trascurabile" - commenta il direttore artistico della Rassegna Marco Pupella che aggiunge: "Cosa si attende quando una guerra è in corso? Soltanto che arrivi la pace. Fra pace e guerra c'è il teatro che si interpone, fa da cuscinetto, dà riparo, dà speranza".
"Raggiungiamo la meta, qualunque essa sia, con la testa prima che con i piedi. Sì, spesse volte si ha l'impressione che certi obiettivi siano perseguiti proprio coi piedi. Il teatro ci impone di usare la testa per scuoterci, per credere", conclude Marco Pupella.
"Lettere d'amore" (4 ottobre), "A Cirimonia" (10 ottobre), "Roberto Zucco" (11 e 12 ottobre), "Corpus" (16 e 17 ottobre), "C'era una volta il buio (23 e 24 ottobre) e "Alla fonte" (30 ottobre) sono gli spettacoli in programma. Eccoli nel dettaglio:
Venerdì 4 ottobre | ore 21
Lettere d'amore
di Roberto Puglisi
reading con Lavinia Pupella, Sandra Zerilli e Iaia Corcione
"Perché ‘Lettere d’amore’? Perché c’è sempre bisogno di scriverle, di riceverle e di mandarle. Perché abbiamo la necessità di parlare e di ascoltarci. Specialmente se viviamo in un mondo che sembra indifferente alle ragioni del cuore. Allora, deve intervenire la parola: scritta, ‘chiacchierata’, gridata, versificata. Anche una lettera d’amore può essere il ponte che si costruisce dopo un crollo. Anche nella distanza si possono creare legami, come nella solitudine. La speranza non è mai impossibile".
Roberto Puglisi.
Venerdì 10 ottobre | ore 21
A Cirimonia
scritto e diretto da Rosario Palazzolo
con Rosario Palazzolo e Anton Giulio Pandolfo
Due personaggi in scena, se ne stanno in un luogo che ha smesso di rivelarsi, a celebrare una cerimonia sghemba, che si annuncia inutile, una cerimonia che li obbliga a un dialogo che solo apparentemente è privo di senso, un dialogo disteso su di una lingua ruvida, deforme, asintattica e svirgolante, un dialogo straripante di silenzi pieni di paura, che man mano si trasforma, e diviene urlo, esigendo un ritmo da tragedia e una musicalità surreale. Fino al fallimento finale. Ché quello pretendono, i due, il fallimento, perché è la loro scelta, il solo modo che hanno per finire qualsiasi cosa pensano d’aver cominciato.
Sabato 11 e domenica 12 ottobre | ore 21 il sabato - ore 17.45 la domenica
Roberto Zucco
di Kolts per la regia di Daniela Pupella
con Salvatore Madonia, Azzurra Cirrincione, Rita Longo, Piersalvo Di Pietro, Pietro Rizzuto, Alessandro Bronzo, Renato Bianconi e Lavinia Pupella
Ispirato alla piece teatrale di Bernard Marie Koltes, è la storia vera di Roberto Zucco, assassino dagli occhi di ghiaccio che, negli anni ottanta, si macchiò di numerosi delitti tra cui quello dei propri genitori . La messa in scena pone un'attenta lente di ingrandimento sulle zone oscure dell'umanità. Violenza, alienazione, indifferenza sono le dimensioni in cui non solo Roberto Zucco si muove, ma anche tutti i personaggi con cui avrà a che fare. Il taglio cinematografico della regia di Daniela Pupella e Leonardo Campanella e i movimenti scenici di Laura Melluso costringono lo spettatore ad entrare in una verità odiosa che fa male ma che esiste.
Giovedì 16 e venerdì 17 ottobre | ore 21
Corpus
scritto e diretto da Benni Aiello e Marta Fogazza
con Benni Aiello e Marta Fogazza
Due scienziate hanno un obiettivo preciso: fare chiarezza e porre l’accento sul fenomeno del catcalling e su come certi atteggiamenti, radicati e sottovalutati nella nostra società, siano in realtà il preludio della violenza di genere. Un flusso di racconti reali e quotidiani (che le registe dello spettacolo hanno raccolto attraverso testimonianze) si insinuano nella ricerca sui generis delle due studiose, facendo loro porre sempre più prepotentemente gli interrogativi: come deve essere un corpo per essere rispettato? Davvero è il nostro corpo che deve adeguarsi per trovare il rispetto? Cosa si può fare per migliorarsi?
"Questo spettacolo nasce dalla necessità di sensibilizzare e far comprendere l'ingiustizia, la disparità e l'umiliazione che possono scaturire dalla visione distorta del corpo altrui. Vogliamo raccontare la paura e la rabbia, per non sentirci più sole, per combattere questi fenomeni, per fare riflettere, per chiedere il rispetto dovuto ad ogni corpo, senza se e senza ma, tutto in una chiave ironica e moderna che contraddistingue il nostro stile", dichiarano le Registe.
Giovedì 23 e venerdì 24 ottobre | ore 21
C'era una volta il buio
scritto e diretto da Giuseppe Castelli
con Manuela Tuzzolino e Giuseppe Castello
Sissi è una principessa maledetta, una principessa monca, con zero geni nella lampada e nemmeno mezza fata turchina a fianco, insomma, una di quelle principesse dannate che fanno pena addirittura alla strega cattiva, e che del ‘Tutti vissero felici e contenti’ non salvano neanche una sola parola.
Intrecciata alla sua, lo spettacolo presenta la storia di un altro personaggio, un Lui, una presenza cupa e losca che rimarrà dietro le quinte a tirare le fila del tutto, almeno fino a quando non gli scivoleranno di mano.
C'era una volta il buio è una fiaba nera che gioca con i toni, passando dal tragico al demenziale, per raccontare una storia doppia e pure a metà. Uno spettacolo che fin da subito arriva vicino al pubblico, abbattendo la quarta parete con una narrazione che non dà tregua.
Giovedì 30 ottobre | ore 21
Alla Fonte
Testo e regia: Fabiola Arculeo, Silvia Di Giovanni, e Maria Angela Sagona che sono anche in scena
Tre donne sconosciute si incontrano davanti una fonte, con la quale, ognuna di loro ha un legame diverso, soprattutto con l’acqua che essa contiene: una è una lavandaia legata al luogo sin dalla nascita, un’altra è un’ostetrica che cerca l’acqua per i nascituri e la terza è una straniera in viaggio che ha bisogno di dissetarsi. La fonte a cui sono giunte è l’ultima rimasta in vita, e quindi, dovranno decidere chi tra loro ha più diritto di approvvigionarsi. Una sorpresa, però, le attende. Lo spettacolo è ambientato in uno spazio senza tempo, a voler sottolineare l’importanza della risorsa idrica in ogni epoca e luogo: ed è proprio questo il messaggio. La scenografia minimalista è collegata al tema dell’acqua, protagonista di tutta la pièce dove, la fonte, è anche occasione di riflessione sulla vita delle tre donne. Le tre protagoniste mantengono ognuna una personalità forte: la lavandaia ha uno stretto legame con le proprie radici; la donna in viaggio sembra andare alla ricerca del sé; e l’ostetrica scava con energia disperata nel profondo del mistero della vita. L’elemento che le accomuna è proprio la domanda e la risposta sulla propria identità, che si lega al tema dell’acqua come origine della vita, e la cui scarsità le costringe a guardarsi dentro e a trovare una soluzione per il superamento della crisi. In quest’epoca in cui i cambiamenti climatici sembrano sopraffare il pianeta giorno dopo giorno, lo spettacolo intende sensibilizzare a una maggiore cura nei confronti dell’ambiente e del risparmio delle risorse idriche.
Il teatro Sant'Eugenio si trova in piazza Europa 39/41 a Palermo.
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