Ma è proprio nel racconto che risiede la sua forza rigeneratrice: "Chiunque di noi si sia avvicinato a Cristo e alla Carità lo ha fatto perché ha incontrato nella sua strada qualcuno che non gli ha parlato di Cristo, ma gliel'ha raccontato attraverso la propria esperienza”. Questa capacità di narrare nasce dalla dimensione autentica della relazione. L'assenza di desiderio di raccontare, quel “mancato appetito del racconto” sottende una sorta di patologia: il non sentire il bisogno di una relazione. Per questo, la Carità autentica non può prescindere da questo incontro e “non si può creare una relazione con una persona di cui non conoscete il nome”, ha ribadito don Puglisi. In questo senso, la Colletta diventa anche un atto educativo reciproco: il luogo in cui il volontario e l'assistito si incontrano, si chiamano per nome e condividono storie, riscoprendo insieme il senso profondo della Vita. Valeria Cifrodelli, già volontaria del Banco Alimentare attraverso il Servizio Civile, ha dato voce ai giovani leggendo una lettera aperta al direttore di un quotidiano. In questa ha raccontato lo smarrimento di fronte a una generazione descritta come “senza futuro” e la scoperta, nella Colletta Alimentare, di una narrazione diversa, fatta di speranza e comunità: “Ci siamo abituati al rumore dell’albero che cade, ma non sentiamo la foresta che cresce - ha detto -. Io, invece, l’ho vista: nei magazzini del Banco, nelle persone che aiutano e si fanno aiutare. È lì che rinasce l’umanità che voglio raccontare”. Una riflessione che ha preparato il terreno agli interventi di Ruggiero e De Mauro, dedicati proprio al valore educativo della Colletta per i giovani. E proprio un gruppo di giovani volontari di Banco Alimentare della Sicilia darà vita, mercoledì 12 novembre, a un momento di condivisione particolare: incontreranno i minorenni dell’Istituto Penale per i Minorenni di Catania Bicocca per trasmettere il valore della Colletta, invitandoli a partecipare - entro i confini delle regole cui devono attenersi - a questo gesto di solidarietà.L'incontro, moderato da Antonio Leo, giornalista del Quotidiano di Sicilia, si è svolto presso l'Auditorium Caritas San Giorgio - San Dionigi, in via Acquicella 104 a Catania, per ribadire l'urgenza di "sconfinare" dalle periferie geografiche e culturali, mettendo al centro la Persona nella sua totalità.
Riscoprire la persona e costruire la pace. Pietro Maugeri, Presidente di Banco Alimentare della Sicilia, ha aperto i lavori richiamando il tema della gratitudine e della povertà in aumento che riusciamo ad aiutare grazie a 750 organizzazioni territoriali convenzionate. "Dietro ogni pacco consegnato c'è un abbraccio - precisa Maugeri -, c'è un ti voglio bene. La Colletta non serve solo ad aiutare, ma a dare una speranza e a ricordare che dietro ognuno c'è un nome. “In un tempo in cui le cronache sono dominate dalla guerra - conclude Maugeri -, il gesto della Colletta diventa propedeutico alla pace”.
Un Laboratorio di legami contro le periferie culturali - Massimo Palumbo, volontario Fondazione Francesco Ventorino, ha raccontato i suoi 53 anni di fedeltà alla Carità: “Gli incontri, le relazioni sono stati gli input della mia vita. Ho imparato che le vere periferie sono culturali, sociali, educative e, vi assicuro, si trovano ovunque, anche in piazza Europa”. Una storia che commuove e testimonia come la carità generi reciprocità si legge nell'intervento di Khadija, che ha raccontato come la sua famiglia, originaria del Marocco, ha ricevuto aiuto e pacchi di Banco Alimentare. Così, da ex beneficiaria è diventata volontaria: “Tutte le persone che abbiamo incontrato in questi anni sono diventate per noi una bella amicizia. Per questo io e i miei figli abbiamo deciso di partecipare alla Colletta come volontari”.
La Colletta per ridare scopo e desiderio ai giovani. Alfonso Ruggiero, educatore e docente, ha descritto l'impatto della Colletta sui giovani, spesso 'stritolati sotto continue performance'. “La Colletta ha il potere di mettere in moto anche gli studenti più pigri - spiega Ruggiero - ed è bellissimo constatare in loro la sorpresa di chi incontrano e di come ciascuno risponde a questo semplice gesto. La Colletta diventa così l'affermazione che la persona è un bene inviolabile”. Ruggiero ha aggiunto che il volontariato è anche ‘un’esperienza di senso che si raggiunge donando un po’ di se stessi’, capace di contrastare la solitudine di senso e di scopo. La testimonianza di Stefano De Mauro, volontario, ha cristallizzato questo concetto chiudendo il cerchio della solidarietà. Alcuni anni fa aveva coinvolto un ragazzo senegalese a partecipare alla Colletta. Quel giorno, nei suoi occhi, vide una passione e un ardore indescrivibili: erano il frutto della possibilità, per la prima volta, di restituire l’amore e la solidarietà ricevuti dopo il suo arrivo in Italia su un barcone.
I numeri, l'esempio e l'innovazione 4.0
Duilio Favata, Responsabile Colletta Sicilia, ha concluso delineando la direzione della #Colletta25. Quest'anno saranno 1.100 i supermercati in Sicilia che aderiranno alla Colletta, con un +4% rispetto al 2024, e 12.000 volontari. “Va sottolineato che ciò che si raccoglie il giorno della Colletta copre solo il 5% del fabbisogno annuale, ma è il momento in cui le persone possono comprendere quello che Banco Alimentare fa negli altri 364 giorni dell'anno”. Favata ha infine presentato la novità strategica di quest’anno: la Sicilia sarà regione pilota per l’introduzione del progetto Bring the Food, uno strumento digitale per registrare in tempo reale il raccolto della Colletta grazie a un QR Code. “Un modo concreto - ha concluso Favata - per “fare bene il bene”, in linea con il monito di Papa Francesco.

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