Safina (PD): “La Regione scarica il caos idrico sui cittadini. Manovra irresponsabile”

“Non possiamo restare in silenzio di fronte a ciò che la maggioranza ha appena approvato in commissione bilancio”. Così il deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina interviene dopo il via libera all’articolo 16 della legge di stabilità, definendo la norma “un atto politicamente irresponsabile, che rischia di trasformarsi in un danno enorme per cittadini e Comuni”.
“Secondo questa norma – spiega Safina - la Regione anticiperà 18 milioni di euro a Siciliacque per conto dei Comuni ex EAS, ma poi chiederà agli stessi Comuni di restituire tutto in dieci anni, attraverso bollette ai cittadini. Il problema non è il principio secondo cui l’acqua va pagata che è sacrosanto. Il problema è che i Comuni oggi non sono nelle condizioni giuridiche e operative di emettere alcuna bolletta: lo dicono le sentenze della Corte costituzionale e dei TAR, che stabiliscono chiaramente che i Comuni non sono gestori del servizio idrico integrato. Non possono bollettare, punto. E questa manovra ignora completamente tale quadro normativo”.
Il deputato dem sottolinea come la Regione introduca “una sorta di pagamento forfettario privo dei presupposti minimi di legittimità”, definendolo “un artificio contabile che rischia di generare solo contenziosi. Se non esistono banche dati, se non ci sono contatori, se non ci sono letture – prosegue – è evidente che qualunque richiesta di pagamento diventa impugnabile e priva di fondamento. È lo stesso motivo per cui circa 180 mila cittadini del Trapanese, solo per fare un esempio, da anni non ricevono alcuna fattura idrica: non ci sono gli strumenti minimi per farlo. Pretendere oggi un recupero forzoso delle somme significa spalancare le porte a un’ondata di ricorsi e allo stesso tempo mettere i Comuni in una situazione finanziaria complicata. Queste somme, infatti, dovranno essere inserite tra i crediti di dubbia esigibilità e dunque i bilanci verranno paralizzati. Ridurre la spesa corrente significherà tagliare servizi essenziali: manutenzioni, assistenza, opere pubbliche. I cittadini pagheranno due volte: con la bolletta e con il taglio dei servizi”.
Safina ricorda inoltre che “molti Comuni siciliani, pur non essendo formalmente gestori del servizio idrico, come chiarito da sentenze della Corte Costituzionale e dai diversi TAR regionali, hanno garantito per anni riparazioni e interventi per evitare che l’acqua smettesse di arrivare nelle case. E nessuno ha mai rimborsato loro un solo euro. Né EAS, perché insolvente, né la Regione, che oggi invece pretende di far ricadere sui Comuni ulteriori oneri”.
“La nostra proposta - aggiunge il deputato del PD - era semplice, logica e rispettosa della legge: lasciare che questi costi restassero a carico della Regione e dunque di staccare bollette ai cittadini perché di fatto le sentenze prevedono che sia la regione il gestore del servizio fino all’avvio dei gestori unici del servizio idrico (Ati), così come imposto dalle sentenze. La maggioranza di centrodestra ha scelto invece di ignorare il quadro normativo e creare una norma che genererà solo caos, contenziosi e ingiustizie”.
“Mi auguro che i deputati di maggioranza del trapanese – rimarca ancora Safina – siano sensibili alla questione e facciano in modo di non appoggiare questo scempio. Con dighe vuote, turnazioni infinite e cittadini allo stremo, la risposta del Governo regionale è scaricare responsabilità e costi su chi non ha gli strumenti per sostenerli”.
“Non si può non denunciare una gestione che non risolve i problemi ma li moltiplica. L’acqua è un diritto essenziale, non un capitolo di spesa da riversare sui Comuni senza alcuna visione. Questa manovra è un errore che la Sicilia non può permettersi”, conclude Safina.

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