Un approccio teoricamente condivisibile, che però non trova riscontro nella realtà quotidiana in cui vivono i cittadini, costretti a confrontarsi con evidenti criticità legate al degrado dello spazio pubblico, alla carenza di interventi sul patrimonio edilizio pubblico e privato, alle difficoltà della mobilità urbana, alla mancanza di manutenzione e di programmazione effettiva.
Per tali ragioni, l’interrogazione chiede al Sindaco:
In che modo possa ritenere la città adeguatamente rappresentata, sul piano nazionale, come caso studio di “urbanogenesi incrementale e adattiva”, senza che ciò risulti lesivo del vissuto dei palermitani, che sperimentano quotidianamente una situazione molto lontana dalla narrazione proposta dal suo Assessore.
Di fornire l’elenco dettagliato degli interventi o dei progetti effettivamente riconducibili a tale metodologia e concretamente realizzati dall’Amministrazione comunale, al fine di comprendere se la comunicazione istituzionale corrisponda alla realtà delle azioni messe in campo.
L’obiettivo dell’iniziativa – precisano i firmatari – non è quello di negare la necessità di mettere in campo una visione innovativa per Palermo, bensì quello di richiamare l’Amministrazione alla trasparenza, alla concretezza e alla coerenza tra ciò che si comunica e ciò che si realizza, evitando che la città venga evocata in contesti accademici come modello teorico di processi che, allo stato attuale, non risultano riconoscibili nel tessuto urbano, nei servizi e nelle condizioni materiali della vita cittadina».
Lo dichiarano i consiglieri comunali Amella, Argiroffi, Di Gangi, Forello, Giaconia, Giambrone, Mangano, Carmelo Miceli, Franco Miceli, Giuseppe Miceli, Piccione, Randazzo.

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