A Villa Ahrens, sede del Centro Operativo della DIA di Palermo è stato presentato il Calendario 2026. L'anteprina nazionale è avvenuta il 5 dicembre a Roma alla presenza del del Direttore della DIA, Gen. C.A. della Guardia di Finanza, Michele Carbone. E' da tre anni che il Calendario storico della Direzione Investigativa Antimafia è tornato alla ribalta diventando anche uno strumento di coesione per tutti coloro che lavorano nell'Organismo Interforze. Quest'anno, come ribadito dal Capocentro della Dia di Palermo, il colonello Panebianco, il Calendario è dedicato alle donne della legalità. Donne che, spesso in silenzio ma sempre con assoluta determinazione, hanno rotto con il passato, hanno sfidato il peso della cultura mafiosa, hanno scelto – con sacrificio e lucidità – di stare dalla “parte giusta”. E sono tanti i riferimenti alla Sicilia. "Già a Febbraio esordisce il CapoDia, il colonello Onofrio Panebianco, troviamo un primo esempio di impegno nel distaccare il legame con la mafia, parliamo di Rita Atria che si suicidò dopo la morte del giudice Borsellino a cui aveva affidato la sua fiducia civile. Poi passiamo a Elena Ferraro , donna imprenditrice del settore sanitario che ha denunciato la Cosca che richiedeva il pizzo. La dott.ssa Ferraro è stata presente alla presentazione nazionale ed ha voluto ancora una volta sottolineare il valore della denuncia. Ma ci sono altre donne come Felicia Impastato, moglie di mafioso e mamma di Peppino ucciso nel 1978 che ha detto no alla criminalità organizzata, trasformandosi lei stessa in attivista civile". Queste alcune delle protagoniste insieme ad esempio alla grande fotografa Letizia Battaglia o alla poliziotta Emanuela Loi. Il calendario chiude l'anno con Libera NextGen Palermo, una staffetta di legalità delle generazioni che non hanno vissuto il periodo delle Stragi ma che hanno scelto di partecipare al riscatto della città." Ebbene sì l' antimafia non siamo solo noi, Forze dell'ordine, sottolinea il capocentro Dia di Palermo, Panebianco, ma anche i giovani che spesso incontriamo". Alla mattinata hanno preso parte i Capi Centro e i Capi Sezione Operativi della DIA dislocati in Sicilia che hanno spiegato l'alto valore delle dodici tavole realizzate da Rosario Oliva. Inoltre hanno messo in evidenza il lavoro capillare che l'organismo opera sia a livello Centrale che periferico. Al vertice della DIA è preposto un Direttore, scelto a rotazione tra i Dirigenti della Polizia di Stato e gli Ufficiali Generali dell’Arma dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza, che abbiano maturato specifica esperienza nel settore della lotta alla criminalità organizzata. Per l’esercizio delle sue funzioni lo stesso si avvale della collaborazione di due Vice Direttori – ad uno dei quali è anche affidata la funzione Vicaria – che hanno il compito di sovrintendere rispettivamente alle attività operative ed a quelle amministrative. La struttura centrale di supporto si compone di una Divisione di Gabinetto, tre Reparti, rispettivamente deputati alle ”Investigazioni preventive”, ”Investigazioni giudiziarie” e “Relazioni internazionali ai fini investigativi”, e sette Uffici. Per quanto attiene il livello periferico è strutturata su dodici Centri Operativi e nove Sezioni distaccate. La Dia contrasta la penetrazione della criminalità organizzata nel tessuto socio -imprenditoriale e altresi contrasta l'operatività economica-finanziaria della criminalità organizzata.Inoltre in axccordo con le Prefetture monitora gli appalti, i cantieri sempre in tema di infiltrazioni mafiose . E in accordo con la Procura della Repubblica si occupa dell'aggressioni dei patrimoni ai mafiosi , illecitamente accumulati. Un lavoro fatto di impegno e dedizione che vede anche le donne giocare un ruolo fondamentale come racconta il Capocentro della Dia di Palermo. " Ebbene si anche le donne nella Dia ricoprono ruoli apicali vorrei ricordare fra tutte Lorena DI GALANTE, Vice Direttore Operativo della DIA ( Dirigente Superiore della Polizia di Stato) che tra l'altro era presente a Roma in occasione della presentazione del Calendario". Questa edizione hanno sottolineato i presenti vuole essere non soltanto un racconto iconografico, ma un percorso di memoria civile, di coraggio ma anche di speranza per questo Paese. In un territorio come ha sottolineato il CapoDia di Palermo dove Cosa nostra è presente in molti quartieri ( lo ha dimostrato l'operazione di ieri della Polizia ) e come ha ben detto il Procuratore Capo De Lucia le denuncie non sono molte. Ecco che questo calendario vuole essere anche un messaggio propositivo per un futuro migliore, dove cil coraggio, la tenacia e l'impegno sfidano i pregiudizi e la paura.

Nessun commento:
Posta un commento