Sanità digitale in Sicilia, Palermo e Messina aprono la fase operativa sul Fse 2.0 per i primi 10mila medici

Un bacino di quasi 25mila medici in tutta la Sicilia, di cui 7000 nella provincia di Palermo e più di 3000 in quella di Messina, le prime province chiamate dagli Ordini dei medici e dalle Aziende sanitarie provinciali (Asp) territoriali ad accompagnare professionisti e cittadini nella transizione digitale legata al Fascicolo sanitario elettronico 2.0. Medici di medicina generale (mmg), pediatri di libera scelta (pls), specialisti ambulatoriali e professionisti delle strutture private autorizzate e accreditate sono destinatari di un percorso formativo strutturato, finalizzato a rendere pienamente operativo uno degli strumenti chiave della sanità digitale e a tradurne l’utilizzo in un beneficio concreto per i cittadini.
Un percorso che, per l’assessore regionale della Salute Daniela Faraoni, consente di adottare innovazioni in linea con le indicazioni europee, superando la logica della domanda e dell’offerta per orientarsi verso il governo del bisogno.
Il passaggio richiederà ai sanitari di alimentare in modo responsabile i flussi informativi del Fascicolo, contribuendo alla costruzione di un patrimonio comune di dati a supporto della continuità assistenziale, come ha evidenziato il dirigente generale del Dipartimento per la Pianificazione strategica Salvatore Iacolino, in un lavoro congiunto con gli Ordini dei medici il cui valore è stato sottolineato dal dirigente generale del Dipartimento per le Attività sanitarie e Osservatorio epidemiologico (Dasoe) Giacomo Scalzo.
È in questo contesto che stamattina, a Villa Magnisi, è stata presentata la fase iniziale del progetto per l’adozione e l’utilizzo del Fascicolo sanitario elettronico 2.0 (Fse 2.0), approvato con decreto assessoriale e finanziato nell’ambito della missione 6 Salute del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Il progetto è reso operativo attraverso un protocollo sottoscritto dall’Azienda sanitaria provinciale (Asp) e dall’Ordine dei medici di Palermo, a firma del direttore sanitario Antonino Levita, in qualità di sostituto del direttore generale dell’Asp, e del presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato, componente del direttivo nazionale Fnomceo.
Palermo e Messina danno il via al percorso operativo. “La platea da formare in Sicilia è ampia. A Palermo sono circa 5000 i medici nostri iscritti, tra pls e specialisti accreditati, che si aggiungono ai 1200 medici di famiglia. La loro formazione è il passaggio decisivo per trasformare i dati in cura e garantire equità e continuità assistenziale ai cittadini”, ha detto Amato.
Consapevole che si tratta di uno sforzo impegnativo, ma anche di un passaggio strategico di grande valore, il presidente dell’Omceo di Messina Giacomo Caudo ha sottolineato che: “L’istituzione ordinistica può offrire un contributo concreto, promuovendo un’organizzazione condivisa in cui la tecnologia diventa strumento di integrazione e linguaggio comune. La qualità dei dati è decisiva per il successo del sistema, così come la formazione dei professionisti, fondamentale per rendere più efficaci e omogenei gli interventi sanitari, a beneficio della sanità e, in particolare, di quella siciliana”.
L’investimento complessivo del progetto in Sicilia ammonta a circa 6,2 milioni di euro, ripartiti tra le nove Asp in base al numero di assistiti. Per le Asp di Palermo e Messina, le prime due province che hanno già sottoscritto i protocolli operativi con gli Omceo territorialmente competenti, l’investimento supera, rispettivamente 1,5 milioni di euro e circa 774 mila euro.
Per le altre sette Aziende sanitarie, in base alla ripartizione definita e in raccordo con gli Ordini territoriali, sono destinati oltre 524 mila euro all’Asp di Agrigento, circa 320 mila all’Asp di Caltanissetta e quasi 1,4 milioni all’Asp di Catania. All’Asp di Enna sono assegnati poco più di 202 mila euro, mentre all’Asp di Ragusa spettano circa 419 mila euro e a quella di Siracusa quasi 500 mila euro. Chiude il quadro l’Asp di Trapani con un finanziamento di oltre 537 mila euro.
Il piano operativo del protocollo firmato a Palermo definisce in modo puntuale l’organizzazione delle attività formative, chiarendo tempi, contenuti, responsabilità e strumenti, con un’attenzione specifica allo sviluppo delle competenze digitali, considerate la leva decisiva per migliorare in modo continuo la qualità dei servizi e l’interoperabilità dei dati sanitari.
L’impianto è articolato su due direttrici: da un lato l’aggiornamento delle competenze professionali e il rafforzamento dell’allineamento alle disposizioni regionali e nazionali sul Fse 2.0, dall’altro la diffusione di buone pratiche tra mmg, pls e specialisti accreditati, con l’obiettivo di migliorare l’integrazione tra territorio, pediatria e privato convenzionato.
Un elemento centrale del piano è il monitoraggio, come strumento di garanzia della performance. Le verifiche sono in itinere per controllare il rispetto del cronoprogramma, e finali per valutare risultati e ricadute. Gli indicatori riguardano quattro ambiti: partecipazione, gradimento, apprendimento e impatto operativo, misurato attraverso l’effettivo incremento dell’uso degli strumenti digitali e i cambiamenti organizzativi.
Il piano prevede una piattaforma digitale unica per la gestione dell’intero percorso formativo e una struttura organizzativa multidisciplinare che coinvolge, oltre ai mmg, pls, esperti di sanità pubblica e formatori, anche progettisti didattici ed esperti di monitoraggio.

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