A CATANIA ANCHE I CASSONETTI PER I RIFIUTI SONO ABUSIVI.

Con una conferenza stampa i consiglieri Comunali Bartolomeo Curia, Puccio La Rosa e Francesco Montemagno, promotori del progetto civico Intesa per Catania, hanno acceso i riflettori sull’appalto relativo alla raccolta dei rifiuti solidi urbani nella città di Catania. Con i suoi quasi 156 milioni di Euro, in cinque anni, l’appalto per la gestione dei rifiuti – spiegano Curia, La Rosa e Montemagno – rappresenta la commessa assegnata da una pubblica amministrazione ad una società esterna più grossa e consistente della provincia di Catania. Nonostante ciò leggendo il capitolato d’appalto ed effettuando un’attenta attività di studio e ricerca sugli atti amministrativi relativi alla questione – affermano i tre consiglieri comunali di “Intesa per Catania” – abbiamo potuto riscontrare elementi di dubbio per i quali adesso chiediamo alla giunta Stancanelli di fare chiarezza ed ai giudici contabili di verificare come stanno realmente le cose. In particolare – chiariscono Bartolomeo Curia, Puccio La Rosa e Francesco Montemagno – occorre chiarire come mai, nonostante ben due sentenze della Corte di Cassazione le n.1175 del 11 Giugno 2004 e la n. 14629 del 12 Agosto 2004, il Comune di Catania sembrerebbe non provvedere a riscuotere la tassa per l’occupazione del suolo pubblico dei cassonetti per i rifiuti istallati dalla ditta vincitrice dell’appalto in esame. La Corte di Cassazione, infatti, - proseguono i tre esponenti politici – “ha affermato come nel caso di raccolta dei rifiuti solidi urbani, affidati dal Comune, in concessione o in appalto, a società private, la tassa per l’occupazione del suolo pubblico, relativa ai cassonetti istallati su pubbliche vie, è dovuta, atteso che l’occupazione del suolo non è riconducibile direttamente all'ente locale”. Accanto a tale pericoloso interrogativo che prefigurerebbe addirittura la possibilità di parlare di “cassonetti per i rifiuti abusivi in città” – aggiungono i promotori d’Intesa per Catania – abbiamo potuto riscontrare come alcuni punti del capitolato d’appalto relativi all'affidamento del servizio dei rifiuti solidi urbani ad una società privata sembrerebbero essere disattesi. Inspiegabile è in tal senso – precisano Curia, La Rosa e Montemagno – come mai la previsione del capitolato relativa all'obbligo di monitorare con sistemi elettronici i cassonetti per i rifiuti con un sistema che ne verifichi ubicazione, peso dei rifiuti depositati e percorso dei mezzi impiegati. Punti oscuri questi – concludono Curia, La Rosa e Montemagno – per i quali chiederemo di fare chiarezza e di adottare i provvedimenti del caso e che ci spingono ad inviare gli atti acquisiti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica per valutare l’eventualità di danni erariali e della possibile sussistenza di reati sul piano civile e penale.
Per info 328 3805160 – 328 5303553 – 3285303529 - 095 7423293

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