31ª SEDUTA ARS GIOVEDÌ 4 APRILE 2013 L'INTERVENTO DELL'ON.GIOVANNI LO SCIUTO MPA

Signor Presidente, onorevoli colleghi questa sera siamo chiamati ad un’ulteriore fase. 
Siamo in un momento difficile della nostra vita economica. Il reddito pro-capite dei siciliani è di 15 mila euro inferiore a quello dei greci; la disoccupazione giovanile è al 60 percento, la più alta d’Europa; le famiglie sono in difficoltà; l’agricoltura è in difficoltà. 
Anziché occuparci di queste cose, per la seconda volta in 15 giorni, siamo chiamati da questo Governo ad occuparci di che cosa? La prima volta abbiamo parlato dell’abolizione delle Province, e vedremo fra qualche mese quello che si otterrà, ed oggi ci occupiamo della doppia preferenza di genere. 
Anziché parlare di facilità di accesso al credito, di come rilanciare l’agricoltura, il turismo, il commercio, il Governo ci chiama a discutere di una legge per nascondere, forse,
quelle che sono le vere difficoltà: l’incapacità a risolvere i problemi seri di questa terra, di dare risposte concrete ai siciliani. 
Allora mi rendo conto che oggi, forse, è più importante apparire nelle televisioni, fare proclami mediatici e non dare risposte concrete ai siciliani. Io non ho niente contro le donne, anzi ben vengano: ma penso che una donna che abbia capacità, che si voglia confrontare con la politica, basta che si candidi in una lista e possa essere eletta. Per quale motivo dobbiamo costringere le persone a dare il doppio voto? 
Questo è un segno di antidemocrazia, perché io penso che la libertà di candidarsi sia un fatto che non possa essere condizionato neanche da una legge. Ognuno si può candidare come vuole.
 Non capisco per quale motivo si debba obbligare l’elettore a dare la doppia preferenza: è, secondo me, un fatto assai sbagliato. Nei piccoli comuni, dove si eleggono dieci o quindici consiglieri, signor Presidente, lei sa che i grandi elettori possono, con pochi voti, condizionare ed eleggere i consiglieri che vogliono e quindi bloccare anche la democrazia nei piccoli comuni dove è importante lasciare libero ogni elettore. 
Allora, io credo che oggi stiamo facendo un passo indietro perché, come dicevano bene gli altri colleghi, mettendo la doppia preferenza possiamo condizionare il voto perché quello che è il gesto nobile della legge può decadere in un condizionamento che, secondo me, può diventare per certi versi anche pericoloso nei piccoli centri, nei piccoli borghi. Per tutto questo io sono contrario a questo disegno di legge e penso che è anche sbagliato, come hanno detto tanti, cambiare le carte in corso perché per certi versi già sono stati indette le date elettorali, e quindi già la gente si sta impegnando e noi non possiamo sicuramente cambiare le regole perché facciamo un danno ai cittadini ma, in un certo senso, anche alla credibilità di questo Parlamento.
DAL SERVIZIO LAVORI D’AULA

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