Caso Orlandi, Agca a Quarto Grado: "Il Vaticano liberi Emanuela"



Alì Agca torna a parlare di Emanuela Orlandi. L’uomo che nel maggio del 1981 attentò alla vita di Giovanni Paolo II in piazza San Pietro e da sempre sostenitore della teoria secondo la quale la cittadina vaticana fu rapita per ottenere
la sua liberazione, si racconta in un’intervista esclusiva andata in onda su Rete 4, nel corso della trasmissione “Quarto Grado”. 
Durante la sua prima intervista dopo la scarcerazione, Agca racconta di “un’omertà incredibile” che vede protagonisti l’Iran e il Vaticano, secondo il criminale turco sia la Orlandi che la Gregori furono rapite per ottenere la sua libertà, dice di avere prove documentali che lo possano dimostrare e, quasi come a voler screditare le inchieste giornalistiche e le indagini fatte finora sul caso dagli inquirenti, afferma: «Da anni, la stampa, soprattutto quella italiana, sta seguendo le menzogne di una tossicodipendente, Sabrina Minardi. Il mondo e l’Italia vengono ingannati con la storia della Banda della Magliana. La verità è che Emanuela Orlandi è stata rapita soltanto per ottenere la mia liberazione». 
Nel raccontare la sua verità a Quarto Grado Alì Agca dichiara anche che Emanuela era figlia di un agente dei servizi segreti Vaticani che lavorava a stretto contatto con il Papa e che la famiglia sapeva perfettamente che era stata rapita con la complicità di qualcuno in Vaticano «però l'ordine del rapimento di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori è partito dal governo iraniano». Secondo l’ex terrorista, inoltre, gli appelli che Papa Giovanni Paolo II lanciava da piazza San Pietro per il rilascio della Orlandi sarebbero stati parte di una trattiva con i rapitori:
«(…) il Papa ha lanciato otto appelli, tutti durante gli Angelus, davanti al mondo. Questo è un dato di fatto immenso. Una volta, tramite una lettera, i rapitori hanno chiesto al Papa di pregare per Alì, per il suo attentatore, e il Papa ha pregato pubblicamente per me. Questa non è una cosa semplice. Poi i rapitori hanno chiesto di parlare direttamente con il primo ministro del Vaticano, il segretario di Stato Cardinal Agostino Casaroli. È il 19 luglio '83: il governo Vaticano disposte una linea telefonica speciale attraverso la quale i rapitori di Emanuela possono parlare con il Cardinale Casaroli. È un segreto dello Stato Vaticano di cosa abbiano parlato». 
Poi torna sulla sua teoria secondo la quale Emanuela sarebbe viva e rinchiusa in un convento di clausura per far sì che il segreto Vaticano rimanga al sicuro: 
«Dopo il mio ritorno in Turchia, Emanuela Orlandi è stata liberata, è stata consegnata al governo Vaticano. Adesso, probabilmente, Emanuela Orlandi si trova in un convento di clausura, affinché non riveli questa complicità del Vaticano e del governo iraniano. Quindi, in qualche modo, Iran e Vaticano sono complici nell'omertà, un’omertà incredibile» 
Inoltre, sempre secondo Ali Agcà, «fra il governo Vaticano e il governo iraniano c'è, di fatto, un silenzio concordato per difendere il dialogo interreligioso fra musulmani e cristiani, per evitare grandi conflitti umani e religiosi tra due popoli. Io capisco e rispetto questa posizione del Vaticano, però non posso rispettare questo silenzio su Emanuela Orlandi: quindi il Vaticano deve immediatamente liberare Emanuela»

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