Incontri sui formaggi Dop siciliani, (con un focus sulla Vastedda del Belice, formaggio poliedrico e di grande struttura)


Come si racconta un formaggio Dop?
Quali sono le modalità e le tecniche di assaggio? Perché un formaggio a “denominazione d’origine” può essere diverso da un altro? Cinque incontri itineranti teorico – pratici sui quattro formaggi Dop siciliani illustreranno (con un focus sulla Vastedda del Belice, formaggio poliedrico e di grande struttura) questa diversità attraverso degli assaggi guidati e correlati da un confronto con tipologie similari.
Il primo incontro, organizzato tra gli altri dal Consorzio di Tutela della Vastedda della Valle del Belice Dop, dall’Anfosc e dalle Trazzere del Gusto, si terrà a Palermo il prossimo 22 Aprile alle 15.30 presso le Officine Baronali (ex hotel
Ambassador in via Villa Rosato 20/22) e svilupperà percorsi tematici e formativi rivolti principalmente a ristoratori e chef sotto la guida esperta di Roberto Rubino, Presidente Anfosc, che illustrerà ai partecipanti in quanti modi è possibile declinare un formaggio, illustrandone le tipologie casearie, la tecnica e la stagionatura. Lo Chef Francesco Pifaro, in collaborazione con gli Chef della casa Giovanni Porretto, illustrerà invece nuove proposte di taglieri e piatti gourmet che vedranno protagonisti i formaggi Dop siciliani tra piacevolezza e diversità. L’ultimo incontro si terrà a Taormina presso l’hotel Timeo con una cena a base di formaggi Dop.
“Il carrello dei Formaggi” commenta Massimo Todaro, Presidente del Consorzio del Pecorino Siciliano e della Vastedda del Belice “vuole essere una manifestazione che intende sensibilizzare e al tempo stesso formare ristoratori, chef e operatori di sala sul mondo del formaggio Dop siciliano. Attraverso la mediazione soprattutto degli chef, ormai seguiti da un vasto pubblico, l’intento è quello di arrivare direttamente al consumatore che non si accontenta più di comprare o degustare i formaggi che vede esposti sul banco della gastronomia o nel carrello di un ristorante. Ed è a lui, in ultima analisi, che dobbiamo anche spiegare le peculiarità di questi grandi formaggi. Oggi da Roma in giù soltanto il 12% della popolazione riesce ad individuare un formaggio Dop o un Igp E’ bene, quindi, aumentare la conoscenza in questo ambito. Bisogna anche far comprendere che il latte destinato alla caseificazione deve avere determinate caratteristiche come quelle di seguire rigide normative igienico sanitarie e deve provenire da animali allevati al pascolo perché un formaggio di qualità non si può fare senza un latte di qualità”.

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