ITINERARI GOLOSI:Le migliori dieci arancine di Palermo

Ecco chi sale sul gradino più alto del podio







1. Oscar. Via Mariano Migliaccio, 39 – tel 091 682 2381
Bar di riferimento per i palermitani, per molti detiene il primato sulla pasticceria. Quest'anno lo conquista anche per l'arancina. Quella degustata si presenta di bella forma con una panatura di colore giallo dorato scuro. Sentore di fritto intenso. Ricco e gradevole il ripieno. Consistente e croccante la crosta. Gusto equilibrato. Per noi è la migliore arancina tra quelle degustate. E ci auguriamo che il buon livello sia mantenuto giorno per giorno, anche in un giorno importante e di grande vendita come il 13 difembre.
Prezzo: 1,70
2. Matranga. Via Cesareo Giovanni Alfredo, 38 – tel 091 306869
La fama di questa pasticceria è legata all’alta qualità dei suoi dolci, punto di ritrovo per la colazione. La sua arancina è invitante all’aspetto visivo. Panatura mielata ben compatta. Molto condita con prevalenza di prosciutto. Chicchi di riso ben separati, un aspetto quest'ultimo da non sottovalutare perchè è un indicatore della qualità della materia prima. E speriamo davvero che la cura di un giorno qualsiasi sia valida per tutto l'anno, compreso il giorno di Santa Lucia.
Prezzo: 1,70 euro
3. Spinnato. Via Principe di Belmonte, 108 - tel 091 329220
E’ il bar del centro, quello storico, luogo di accoglienza nel cuore del salotto buono di Palermo. L’arancina alla vista ha una panatura compatta dalla leggera doratura. Ripieno consistente, con note spiccate di noce moscata. Buona. Ma si potrebbe fare di più. Tra l'altro proprio gli Spinnato stanno puntando ad un'arancina da realizzare con l'uso di un formaggio a marchio Dop come la Vastedda del Belice, unico in Europa a pasta filata con latte ovino. Vedremo.
Prezzo: 1,80
4. Romanella. Via Giacomo Leopardi, 12 – tel 091 508 1857
Per i palermitani è sinonimo di rosticceria. Luogo cult per intere generazioni. L’arancina si caratterizza per una crosta brunita. Delicato sentore di frittura. Buon ripieno con l’aroma di burro prevalente. La premiamo per il migliore rapporto qualità/prezzo.
Prezzo: 1 euro
Alla vigilia di Santa Lucia, la classifica delle più buone, almeno per il nostro gusto. Il 13 dicembre è il giorno dell’anno più atteso dai palermitani golosi. Bar, friggitorie, ristoranti, panifici del capoluogo non servono altro cibo se non arancine, di tutti i tipi e con le farciture più originali oltre le classiche con carne o con burro, e la cuccìa specialità preparata con grano bollito in versione salata e dolce. A pranzo e a cena, in queste fatidiche 24 ore non si mangia altro. Banditi dalla tavola tante cose ma soprattutto pane, pasta. Un rito, quello delle arancine, di follia mangereccia collettiva che probabilmente non ha eguali nel resto d'Europa.
In vista dell’arancina day per il terzo anno abbiamo deciso di stilare la classifica di quelle che riteniamo le migliori di Palermo, prendendo come riferimento solo quelle al burro, per molti golosi e gourmet panormiti il “must”. La degustazione è stata affrontata dalla redazione partendo dall’analisi visiva e procedendo a quella gusto-olfattiva. Le arancine sono state acquistate presso 18 bar e rosticcerie della città, alcuni locali tra i più famosi. Una prova interessante e che ha fornito non pochi spunti di riflessione, tra cui anche note dolenti che teniamo a condividere con voi lettori perché ci sta a cuore l’icona del cibo di strada, il dibattito quindi consideratelo pure aperto.

Dall’analisi è emerso un dato: la qualità media è mediocre o quanto meno non all’altezza dello status e della ricchezza organolettica dell’arancina, sotto diversi punti di vista: qualità dell’olio, cottura, materie prime. Da qui una considerazione: non si punta sulla qualità e per Palermo, possiamo ben dirlo, è un’occasione mancata. L’arancina “è intoccabile”, è il nostro vanto, la bandiera che ci rappresenta fuori confine, uno dei “brand” gourmet più forti insieme a panelle e pani ca’ meusa (altri pilastri dello street food palermitano), ma purtroppo non la si valorizza con materie e ingredienti d’eccellenza, non c’è cura e attenzione nel prepararla così come richiede il suo lignaggio, culturale e sociale oltre che gastronomico. Dovrebbe essere un’arancina a cinque stelle, presa a cuore da chef, ristoratori da tutti coloro che la vendono come monumento della tradizione, il più possibile a km 0. E’ la specialità più popolar e anche più trandy, per tanti turisti da sempre “tappa irrinunciabile” della città, eppure basterebbero pochi accorgimenti per regalare una delle più belle cartoline di sempre.
Hanno partecipato alla degustazione: Alberto Rizzo di Osteria dei Vespri; Sergio Messina; Salvo Giusino; Manuela Laiacona; Clara Minissale; Maria Antonietta Pioppo; Giovanni Paternò; Roberto Chifari.

Abbiamo degustato anche le arancine dei seguenti bar e locali che non sono rientrati nella top ten: Bar Alba; Mazzara; Da Mimì; Albatros; Crystal; Lucy Bar; Rosanero; Di Stefano

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